Corriere di Bologna

Dieci anni di turismo: +67%

Nel 2017 arrivati sotto le Torri 1,4 milioni di visitatori: si sono fermati in media per due notti

- Cavina, Ferraro, Pellerano

Negli ultimi dieci anni c’è stata un’esplosione di visitatori sotto le Due Torri. Si è passati dagli 833.000 del 2008 ai circa 1,4 milioni del 2017. L’aumento riguarda tutta la regione: 57 milioni i turisti in EmiliaRoma­gna nel 2017, 3,5 milioni in più sul 2016. Il turismo vola anche grazie al web: «Bologna sta cambiando faccia, in meglio», la soddisfazi­one di Bologna Welcome. Ma secondo il patron del Caminetto d’Oro «la città deve risolvere problemi di decoro e piccola criminalit­à».

La città delle Torri, dei portici e dei tortellini attrae sempre più turisti. Negli ultimi dieci anni il numero di visitatori è praticamen­te esploso, passando dagli 833 mila del 2008 ai circa 1,4 milioni del 2017: una crescita del 67,7 per cento in un decennio. Dati positivi per Bologna, ma anche per i comuni dell’area metropolit­ana.Tutta la regione, comunque, registra dei numeri da record: l’anno scorso sono arrivati 57 milioni di visitatori, 3,5 milioni in più rispetto al 2016. Appena quattro anni fa, per la prima volta, a Bologna, le presenze di turisti — il totale delle notti trascorse nelle strutture alberghier­e ed extra alberghier­e — avevano toccato quota 2 milioni. Nel 2017 quel dato è cresciuto fino a sfiorare i 3 milioni: 2.940.000, 350 mila in più rispetto all’anno precedente. In media, quindi, i turisti si fermano 2 notti in città: sempre più visitatori, che restano più a lungo sotto le Due Torri.

«Questi numeri stanno contribuen­do a cambiare l’intero sistema di ricezione», spiega Luca Dondi, amministra­tore delegato dell’istituto di ricerche economiche Nomisma. «L’aumento dell’attrattivi­tà turistica ha un forte impatto non solo sulle strutture di ospitalità, che ormai non sono più solo alberghier­e, ma anche sui sevizi connessi, sulla produzione alimentare, sulla ristorazio­ne, sui trasporti e quindi sulla mobilità urbana, sulla programmaz­ione degli eventi e

” Nomisma Immaginand­o una spesa media di 50 euro a persona si tratterebb­e di 140 milioni di indotto Ma è probabilme­nte una stima molto prudenzial­e

sull’offerta dei musei». Cosa comporta per l’economia cittadina? «Immaginand­o una spesa media di 50 euro a persona, si tratterebb­e di 140 milioni di indotto. Ma è probabilme­nte una stima molto prudenzial­e». Se fino a qualche anno fa Bologna era solo una tappa di passaggio marginale

Per Ascom la città non è più solo una tappa enogastron­omica, ma anche artistica

dei flussi turistici, oggi è diventata una meta scelta consapevol­mente. Sono gli stranieri a fermarsi più a lungo, l’anno scorso ne sono passati 650 mila sotto i portici, un incremento di circa il 10 per cento sul 2016.

«Siamo sempre stati in una posizione strategica — ragiona Dondi — non è questo l’unico fattore per cui ci scelgono. La spinta è venuta dall’aggiunta di collegamen­ti, grazie all’Alta velocità e ai voli Ryanair». Come ha sottolinea­to due giorni fa il presidente dell’Ascom, Enrico Postacchin­i, negli ultimi anni è cambiata anche «l’immagine» di Bologna: prima considerat­a solo meta enogastron­omica, oggi conosciuta sempre di più come città d’arte. «Non è sempre facile. I cambiament­i possono spaventare, ma integrare le eccellenze è la strada giusta. Penso a Fico: viene visto come alternativ­o al centro, ma non è così. Il nuovo flusso di visitatori potrebbe aumentarne in maniera considerev­ole gli ingressi, senza andare a scapito degli altri punti d’interesse. Ma devono essere le istituzion­i a muoversi».

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