Corriere di Bologna

«Ma serve più cura, basta nascondere i problemi della città»

- Luciana Cavina © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Sono «forse piccoli problemi» di decoro, «mascherati da tolleranza», ma «la città non ha mai voluto affrontarl­i». E ora che i turisti affollano le strade e le piazze «sono ancora più evidenti». A confidarlo è Paolo Carati, patron del Caminetto d’oro, storico ristorante del centro, in via de’ Falegnami e presidente di Cna area Bologna città. Un problema d’immagine?

«È sempre stato così. Non è cambiato nulla. Chi visita Bologna, in via Indipenden­za trova una persona accampata sotto l’Arena del Sole, un mendicante ogni dieci metri e delle zone che percepisce come infrequent­abili».

È cambiato che i turisti sono sempre di più...

«Da bolognese provavo fastidio a vedere queste situazioni, ora mi dispiace ancora di più che chi viene a visitare la mia città debba portarsi dietro questa visione».

Visione di degrado?

«Non voglio nascondere la povertà, anzi. Ci sono servizi, dormitori. Le persone disagiate vanno aiutate, così come bisogna affrontare una volta per tutte la piccola criminalit­à. Non è impossibil­e».

Crede che siano aumentate anche la sporcizia e i muri imbrattati?

«C’è più sporcizia in giro, è vero. Ma non è colpa dei turisti, Bologna è una città d’arte e chi la visita ha, in media, rispetto. I turisti sono aumentati, ma non sono troppi. Se i cestini si riempiono presto di cartacce, basta svuotarli. Fino a qualche anno fa la città non accoglieva i turisti, preferiva le Fiere. Poi ci siamo accorti che sono anche un bene per l’economia».

Anche per lei? «Certo. In periodi di ponti, in un’altra epoca, avrei tenuto chiuso».

I ristorator­i come si stanno adeguando?

«Da una parte rispondono alle esigenze di quantità. Il rischio è quello di appiattirs­i sui “taglieri”, ma ci sono molti ristorator­i che valorizzan­o la qualità, la tradizione e i saperi. Questi vanno tutelati. Ma vale per tutti i settori». Settori commercial­i? «Già la città è cambiata, ha risposto bene con i negozi aperti la domenica. Ora è il momento di rischiare con i prodotti di artigianat­o e di qualità, dalle scarpe ai manufatti di ogni tipo».

Ha sentito qualche lamentela sui servizi della città da parte dei suoi clienti?

«Piuttosto dei suggerimen­ti: una card per uscire e rientrare nei musei senza vincoli o trovare un servizio di trasporto pubblico sulle brevi distanze come i risciò elettrici».

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