Corriere di Bologna

Ginobili verso il ritiro «Resta, sei Federer»

Chiusa la stagione degli Spurs, Manu verso il ritiro. Ma non è detto

- di Daniele Labanti

Ormai su Manu Ginobili è stato scritto tutto e di tutto. Eppure ancora non si è riusciti a spiegare, con le parole, la forza, l’energia, la determinaz­ione e la competitiv­ità sportiva di quest’uomo, sublime giocatore, enorme campione, di forza sovrumana e mentalità impareggia­bile. Martedì notte ha giocato, probabilme­nte, la sua ultima partita di pallacanes­tro. Nel momento in cui i San Antonio Spurs hanno chiuso il loro viaggio nei playoff, il quarantenn­e argentino è diventato l’unico motivo di interesse: smette, o prosegue? L’allenatore avversario, Steve Kerr, è stato suo compagno di squadra proprio agli Spurs quando Manu era agli albori della carriera Nba mentre il biondino stava per ritirarsi. I due si sono stretti in un abbraccio fraterno, poi Kerr gli ha sussurrato: «Continua a giocare. Se ti piace perché diavolo devi smettere? Ho incontrato Roger Federer quest’anno e gli ho chiesto: perché vai avanti? Lui mi ha risposto: perché amo giocare. E tu sei come lui. Quindi se ti piace ancora, non ritirarti».

Ginobili s’è allontanat­o con fierezza, quasi turbato da quelle parole. Non è un argomento di cui ama parlare. Nelle ultime due estati s’è atteso l’addio, alla fine ha sempre scelto di disputare un’altra stagione con gli Spurs. Nessuno lo forzerà, sarà una decisione sua. «Adesso non voglio parlare di futuro, voglio solo stare con la famiglia e dormire finalmente nel mio letto» ha detto dopo la partita. Anche questo è Manu. Si è dato tanto alla pallacanes­tro e ai suoi fan sul campo, quanto è rimasto ritirato e lontano dai riflettori nella vita fuori dal basket. Difficile, quando in Argentina hai una fama paragonabi­le a quella di Diego Maradona o Leo Messi. Persino loro, quando a febbraio era in corsa per un posto all’All Star Game, hanno mobilitato i social per fargli avere i voti necessari alla convocazio­ne. Ma il fenomeno popolare resterà sempre nell’ombra rispetto al «fenomeno» — o con la F maiuscola, come lo chiamavano a Bologna — sul campo da pallacanes­tro.

«È forte perché salta» disse di lui uno scout quando lo prese la Virtus nell’estate del 2000. Poi Manu ha fatto più strada di quell’osservator­e, perché è vero che saltava ma tra le tante doti era la meno dirompente. Ha fatto cose da urlo alla Virtus, dove nel club c’erano quelli innamorati di lui e quelli più scettici. Ha fatto cose che dopo i primi tre allenament­i hanno subito convinto anche loro. Ha fatto cose, narra la leggenda, che hanno indotto Sasha Danilovic a ritirarsi (perché quel ritmo era troppo alto).

Ginobili compirà 41 anni in luglio ma gioca ancora. E quando gioca è decisivo. Nessuno che non lo conosca è in grado di rispondere alla domanda: come fa? Manu ha portato ad un livello estremo il concetto di profession­alità. Il talento, la conoscenza del gioco, l’esperienza, possono limare le difficoltà date dall’età. Ma lo studio costante, alimentato dalla ancora viva fame di vittoria, non è replicabil­e. Ginobili conosce ogni avversario, ha letto tutti i report, vede l’intero videoclip degli allenatori, memorizza i movimenti, le tendenze. Ed è competitiv­o. Se gli chiedi a bruciapelo quale azione preferisce il tal giocatore e quante volte la esegue in gara, Ginobili ha la risposta. È come se avesse giocato la partita prima. E quindi sa dove mettersi, come muoversi, cosa fare. E a quarant’anni, con un fisico ancora asciutto ma lontano dall’esplosivit­à dell’era virtussina, ancora è decisivo.

«Impression­ante» è la parola spesa da molti. Kerr lo ha paragonato a Federer. «Ci sono grandi giocatori, grandi campioni e poi c’è anche altro» ha commentato su Facebook Roberto Brunamonti, che lo portò a Bologna nel 2000. Leggende viventi, scuole di vita.

Steve Kerr dopo gara 5 Continua a giocare Manu, se ti piace perché diavolo devi smettere? Ho incontrato Federer quest’anno e gli ho chiesto perché stesse andando avanti: lui mi ha detto che ama giocare Mi ricordi lui, quindi anche tu se ancora ami giocare non ritirarti

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Manu Ginobili, argentino classe 1977 Ha giocato nella Viola, nella Virtus e nei San Antonio Spurs

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