I papaveri rossi per salvare il parco
Mille firme contro degrado e transenne
Con un flash mob i residenti del Pratello hanno lanciato una petizione per riqualificare il parco di via San Rocco. Mille le firme raccolte dai genitori, mentre i bambini hanno piantato centinaia di tulipani rossi nell’unico pezzo di terra libero dalle recinzioni all’interno del parco.
Hanno piantato centinaia di papaveri rossi nell’unico pezzo di terra libero accanto a due grandi recinzioni, come se il giardino fosse un cantiere a cielo aperto, che mettono in sicurezza le grate di un parcheggio privato proprio all’interno del parchetto del Pratello. E proprio per richiedere la rimozione di quelle recinzioni i residenti hanno lanciato una petizione. In quattro giorni sono state raccolte mille firme.
Una cinquantina di bambini che frequentano quotidianamente il parco, che porta il nome del liutaio bolognese Otello Bignami, assieme ai loro genitori ieri pomeriggio hanno partecipato al flash mob con cui hanno piantato i papaveri rossi intorno a quelle due gabbie. Obiettivo: «Ricordare al Quartiere e al Comune che nell’unica area verde di tutto il Pratello non è possibile che i più piccoli debbano avere uno spazio ridotto per giocare e, soprattutto devono stare attenti a non farsi male»; «Non è giusto», aggiunge arrabbiata una mamma e nel frattempo dietro di lei due bimbi rincorrendosi finiscono, sbattendo, proprio contro una delle due recinzioni nel mezzo del parco. Nato come se fosse un’area verde condominiale tra i palazzi di via San Rocco e di via Pietralata, il parco oggi è molto frequentato dai residenti, da tanti genitori con i bimbi piccoli e dagli studenti delle vicine Laura Bassi. In passato già al centro delle critiche perché sporco e utilizzato come bivacco da sbandati, oggi il tema della sicurezza resta ma riguarda soprattutto l’incolumità dei più piccoli che mentre giocano rischiano di inciampare, per esempio, su due tubi di ferro che sporgono dalle siepi e vicino alla zona dei giochi. «Sono anche di colore verde — sottolinea un residente — così si confondono e confondono i bambini. Sorreggono le grate della recinzione esterna».
Così, nel giorno della Liberazione, cantando La guerra di Piero di Dé André i bambini si sono uniti ai loro genitori che hanno lanciato una petizione quattro giorni fa. Sono state raccolte già 1000 firme.
«Ci riguarda — spiega Ezia Di Labio — e ci interessa che il quartiere Porto Saragozza e il Comune di Bologna si assumano la responsabilità e affrontino, risolvano la questione in modo rapido, certo, sicuro e definitivo in modo da garantire l’utilizzo per intero dello spazio, per la sicurezza principalmente dei bambini che frequentano quel piccolo polmone di verde pubblico, perché da troppi anni la situazione di precarietà, di pericolo evidente e di disinteresse, ci vede privati del diritto e del piacere all’utilizzo di gran parte di quello spazio». Un appello che sottoscrivono molti genitori della zona: «Ho due bimbi di sette e tre anni — racconta Agostino — e da sempre viviamo qui vicino, spesso porto i piccoli assieme ad altri genitori in questo parco, l’unico spazio a disposizione. Il parco per le famiglie è essenziale ma va riqualificato, non c’è neanche una fontanella per l’acqua».