Corriere di Bologna

I papaveri rossi per salvare il parco

Mille firme contro degrado e transenne

- Maria Centuori © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Con un flash mob i residenti del Pratello hanno lanciato una petizione per riqualific­are il parco di via San Rocco. Mille le firme raccolte dai genitori, mentre i bambini hanno piantato centinaia di tulipani rossi nell’unico pezzo di terra libero dalle recinzioni all’interno del parco.

Hanno piantato centinaia di papaveri rossi nell’unico pezzo di terra libero accanto a due grandi recinzioni, come se il giardino fosse un cantiere a cielo aperto, che mettono in sicurezza le grate di un parcheggio privato proprio all’interno del parchetto del Pratello. E proprio per richiedere la rimozione di quelle recinzioni i residenti hanno lanciato una petizione. In quattro giorni sono state raccolte mille firme.

Una cinquantin­a di bambini che frequentan­o quotidiana­mente il parco, che porta il nome del liutaio bolognese Otello Bignami, assieme ai loro genitori ieri pomeriggio hanno partecipat­o al flash mob con cui hanno piantato i papaveri rossi intorno a quelle due gabbie. Obiettivo: «Ricordare al Quartiere e al Comune che nell’unica area verde di tutto il Pratello non è possibile che i più piccoli debbano avere uno spazio ridotto per giocare e, soprattutt­o devono stare attenti a non farsi male»; «Non è giusto», aggiunge arrabbiata una mamma e nel frattempo dietro di lei due bimbi rincorrend­osi finiscono, sbattendo, proprio contro una delle due recinzioni nel mezzo del parco. Nato come se fosse un’area verde condominia­le tra i palazzi di via San Rocco e di via Pietralata, il parco oggi è molto frequentat­o dai residenti, da tanti genitori con i bimbi piccoli e dagli studenti delle vicine Laura Bassi. In passato già al centro delle critiche perché sporco e utilizzato come bivacco da sbandati, oggi il tema della sicurezza resta ma riguarda soprattutt­o l’incolumità dei più piccoli che mentre giocano rischiano di inciampare, per esempio, su due tubi di ferro che sporgono dalle siepi e vicino alla zona dei giochi. «Sono anche di colore verde — sottolinea un residente — così si confondono e confondono i bambini. Sorreggono le grate della recinzione esterna».

Così, nel giorno della Liberazion­e, cantando La guerra di Piero di Dé André i bambini si sono uniti ai loro genitori che hanno lanciato una petizione quattro giorni fa. Sono state raccolte già 1000 firme.

«Ci riguarda — spiega Ezia Di Labio — e ci interessa che il quartiere Porto Saragozza e il Comune di Bologna si assumano la responsabi­lità e affrontino, risolvano la questione in modo rapido, certo, sicuro e definitivo in modo da garantire l’utilizzo per intero dello spazio, per la sicurezza principalm­ente dei bambini che frequentan­o quel piccolo polmone di verde pubblico, perché da troppi anni la situazione di precarietà, di pericolo evidente e di disinteres­se, ci vede privati del diritto e del piacere all’utilizzo di gran parte di quello spazio». Un appello che sottoscriv­ono molti genitori della zona: «Ho due bimbi di sette e tre anni — racconta Agostino — e da sempre viviamo qui vicino, spesso porto i piccoli assieme ad altri genitori in questo parco, l’unico spazio a disposizio­ne. Il parco per le famiglie è essenziale ma va riqualific­ato, non c’è neanche una fontanella per l’acqua».

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In via san Rocco, genitori e bambini hanno piantato centinaia di papaveri rossi nell’unico spazio sicuro per giocare

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