On the road
Il traffico dagli anni 30 La mostra a Reggio
Lo sviluppo industriale, il fiorire delle città, i tempi lenti e deserti che diventano via via affollati e frenetici, passano da una strada. La via Emilia, che taglia la regione, da Piacenza a Rimini, è il filo rosso della storia di una popolazione. Ogni giorno dell’anno, secondo i rilevamenti dell’Anas, è percorsa in media da 136 mila auto e 9.200 camion. A partire dal 187 avanti Cristo, cioè da quando il console romano Marco Emilio Lepido intuì il valore strategico dell’asse e la fece costruire, hanno cominciato a transitarvi legionari, gruppi di contadini, cavalieri e cariaggi, praticamente gli antenati dei nostri tir che trasportavano viveri e prodotti da dislocare da un centro abitato all’altro. Simboli di mutamenti della società, che si possono vedere in mostra ai musei Civici di Reggio Emilia, tra il Palazzo dei Musei, Palazzo Spalletti Trivelli e Museo Diocesano. Da una parte c’è il «sotto», e cioè la via Emilia Romana, le testimonianze e i resti di quella antica arteria, ricalcata, in realtà, da un sentiero pregresso percorsa dalle popolazioni locali. Era servita ad ampliare i confini dell’impero ma è stata anche un esperimento urbanistico che ha accompagnato lo sviluppo della regione. È proprio questo sviluppo che, oggi, viene ulteriormente documentato. La mostra, infatti, inaugura domani una nova sezione «On the road» che racconta per immagini la via Emilia della metà del Novecento, in particolare degli anni 50 e 60. Ecco, dunque, una strada ancora non tanto trafficata, in cui compaiono i primi cartelloni pubblicitari che fotografano una incipiente era dei consumi o i «pendolari» in bicicletta a macinare chilometri verso le prime fabbriche. Ci sono cantieri e paesaggi in costruzione. Fino ai giorni più vicini a noi, come quando il ponte sul fiume Po è stato illuminato con le luci del tricolore per celebrare il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia. Vediamo, ancora, lo stesso ponte abbattuto dai bombardamenti della seconda Guerra Mondiale o il ponte sul fiume Reno a Bologna, che si perde, bianco nel bianco, nella campagna spoglia. Anno 1933.