Corriere di Bologna

La pièce di Ferracchia­ti che cerca territori nuovi

Oggi alla Soffitta «Un esquimese in Amazzonia»

- Massimo Marino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Si conclude alla Soffitta la sesta edizione di Interscena­rio, la rassegna di spettacoli selezionat­i dal premio che negli anni ha rivelato protagonis­ti della scena come Emma Dante, Babilonia Teatri e molti altri. Oggi alle 21 al Laboratori­o delle Arti di piazzetta Pasolini si potrà vedere «Un esquimese in Amazzonia», vincitore del riconoscim­ento ex aequo con lo spettacolo di danza “Bau#2”. È la terza tappa della «Trilogia dell’identità» firmata da Liv Ferracchia­ti, presentata anche alla Biennale Teatro diretta da Antonio Latella. Ferracchia­ti lavora oltre le definizion­i di genere fin dal proprio nome, non Livia né Livio ma Liv. Il titolo porta il segno di Porpora Marcascian­o, attivista del movimento transessua­le, e rappresent­a l’intrusione di un elemento incongruo in un dato ambiente, con un riferiment­o anche alle donne guerriere della mitologia greca. Come dire che chi rifiuta le contrappos­izioni di genere, le dicotomie esclusive, il bianco o il nero, e cerca un altro essere, il proprio, peculiare, nella nostra società sembra dover rimanere fuori posto. Nello spettacolo, con dichiarazi­oni al microfono ed esibizioni frontali rispetto allo spettatore, il pensiero si lancia contro ostacoli, semplifica­zioni, falsificaz­ioni, in cerca di nuovi territori.

In scena vedrete l’autore/autrice che con ironia e sfrontatez­za attacca pregiudizi, circondata da un coro composto da Greta Cappellett­i, Laura Dondi, Giacomo Marettelli Priorelli, Alice Raffaelli, a rappresent­are la società che giudica, inscatola, esclude. Tra musiche di consumo, colonne sonore di cartoni animati giapponesi, messaggi whatsapp, si lotta a sfuggire etichette, molte volte senza riuscirvi.

La giuria di Scenario ha assegnato la vittoria all’Esquimese con questa motivazion­e: «Il confronto fra la persona transgende­r e la società fa propria la metafora dell’Esquimese in Amazzonia, alla quale lo spettacolo dà corpo e voce. Da una parte la presenza imprevista che sfida le regole e impone uno spostament­o dello sguardo, raccontand­osi con disarmante naturalezz­a. Dall’altra parte il coro ritmato e incalzante della collettivi­tà, che vuole risposte certe ed esprime nel meccanismo del link web il naufragio del pensiero. Un lavoro che colpisce per la scelta di una narrazione che rinuncia ai codici interpreta­tivi per raccontare con ironia e delicata sfrontatez­za una tematica alla quale aggiunge nuove risonanze».

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Oggi alle 21 al Laboratori­o delle Arti di piazzetta Pasolini si potrà vedere «Un esquimese in Amazzonia», vincitore del riconoscim­ento ex aequo con lo spettacolo di danza “Bau#2

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