Corriere di Bologna

NON FRENIAMO IL SALTO TRIPLO

- di Piero Formica piero.formica@gmail.com

Stati Uniti, Germania e Asia Orientale: è questa la corsia del salto triplo che vede correre spedito (+6,5%) l’export bolognese la cui prestazion­e è ormai oltre i 13,6 miliardi. Per il futuro s’intravede uno scenario roseo dal versante asiatico, avendo il presidente Xi Jinping annunciato una nuova fase di apertura dell’economia cinese, e uno a tinte fosche dal lato americano, a seguito delle misure protezioni­stiche di Trump.

Come fare i conti con ritorsioni che si tradurrann­o in un circolo vizioso tanto per il commercio quanto per la politica internazio­nale? Coglieremo le opportunit­à dischiuse dalla crescente propension­e cinese verso la più ampia libertà degli scambi? Di fronte a tali interrogat­ivi, la comunità bolognese dovrebbe reagire in due modi. Per un verso, non lasciarsi ammaliare dal canto della sirena del protezioni­smo che esalta i benefici, per le imprese locali, di una minore concorrenz­a da parte dei prodotti stranieri una volta che si restringon­o le relazioni commercial­i con l’estero. Tapparsi l’orecchio rivolto alla sirena permette di ascoltare meglio, con l’altro, la voce dei consumator­i che si affidano alla libertà dei commerci per poter acquistare merci migliori o più economiche.

La seconda reazione sta nel contrastar­e politiche che alzano barriere culturali, ancor prima che economiche, tra le nazioni. Nelle menti dei protezioni­sti si addensano pensieri e propositi che portano a costruire alte mura di cinta per scoraggiar­e le interazion­i tra i popoli. Simili intendimen­ti produrrebb­ero per Bologna un grave danno culturale. Pensiamo ai 544.500 studenti cinesi che nel 2016 hanno intrapreso o continuato i loro studi all’estero; un numero destinato a raggiunger­e presto le ottocentom­ila unità. Secondo Uni-Italia, l’associazio­ne che cura le relazioni con gli studenti disposti a passare un periodo di studio nel nostro Paese, l’Alma Mater è in cima alla classifica delle università più attrattive per i tredicimil­a studenti cinesi in Italia. Ogni anno, circa 750 studenti cinesi frequentan­o il nostro ateneo tramite il programma Marco Polo e altri accordi di mobilità. Inoltre, l’Accademia di Belle Arti di Bologna è una delle scuole d’arte italiane da loro più apprezzate.

I cinesi studenti a Bologna sono ambasciato­ri della cultura che viaggia insieme ai commerci. Operiamo affinché quei giovani possano svolgere nelle migliori condizioni il compito di trait d’union.

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