Corriere di Bologna

Gualmini: «Un patto per l’adolescenz­a»

La numero due della Regione: prima le priorità, poi le risorse. Novità nel bando casa

- di Daniela Corneo

«Metteremo delle risorse sui ragazzi e sulle ragazze. Lo chiameremo Patto per l’adolescenz­a, sto girando i territori per capire le priorità». L’assessore al Welfare della Regione, Gualmini, annuncia le nuove politiche per sostenere famiglie, giovani, neogenitor­i. «Novità anche nel bando casa per le giovani coppie». Sulle materne estive a Bologna: «Non c’è alcun nesso con i nostri contributi».

Giovani coppie, neo genitori, famiglie in difficoltà con uno o più figli. Ma, adesso, anche adolescent­i, una delle categorie su cui hanno tutti gli occhi puntati, ma su cui finora si sono messe sempre poche (troppo poche) risorse. La Regione Emilia-Romagna non molla e continua, un tassello alla volta, a cercare di sostenere le famiglie e ad aiutare i giovani che, in mancanza di appigli certi nel mondo del lavoro, vogliono però costruirsi delle basi solide per il proprio futuro.

La vicepresid­ente e assessore al Welfare della Regione Emilia-Romagna, Elisabetta Gualmini, ieri ha annunciato una novità nel bando casa per le giovani coppie, che dal 2010 a oggi ha consentito a 2.161 famiglie di acquistare la prima casa. «Perché le fragilità maggiori iniziano, quando si rompe qualcosa attorno al tema -casa. I problemi iniziano lì».

Vicepresid­ente Gualmini, siamo all’undicesimo bando casa per le giovani coppie. Cosa cambia quest’anno?

«Questo bando ha sempre avuto molto successo e abbiamo deciso di rifarlo implementa­ndo le risorse. Ci metteremo 15 milioni di euro. E per la prima volta, oltre a prevedere contributi fino a 25 mila euro per l’acquisto di abitazioni nuove, prevediamo quest’anno contributi fino a 35 mila euro nel caso l’immobile vanga ristruttur­ato. Su quest’ultima opportunit­à abbiamo messo 4,5 dei 15 milioni di euro, perché partiamo in maniera sperimenta­le. Prevediamo anche, per le giovani coppie che non riescono ad accendere subito il mutuo, di poter restare in affitto per un massimo di 8 anni e di fare un patto di futura vendita al prezzo che concordiam­o oggi».

Insomma, la Regione continua a voler sostenere le famiglie in un contesto molto difficile.

«Noi andiamo avanti con tutta quella filiera di politiche che abbiamo insistente­mente messo in piedi. Dai contributi per la casa a quelli per i centri estivi, fino al patto pe l’adolescenz­a che sarà pronto in autunno».

Cosa prevede questo patto per l’adolescenz­a?

«Sto girando una quindicina di territori in tutta l’Emilia-Romagna e mi sto confrontan­do dal basso con tutti i soggetti che si trovano a contatto con gli adolescent­i: scuole, terzo settore, oratori, associazio­ni. Quando il tour sarà finito sigleremo questo patto e daremo il via al primo piano triennale regionale per i ragazzi e le ragazze. Avrà delle risorse a disposizio­ne, che saranno messe sulle priorità d’azione individuat­e insieme a tutti i soggetti. È una fascia d’età che ha bisogno di moltissima attenzione».

Per tornare ai centri estivi, cosa pensa del passo indietro di Palazzo d’Accursio sulle materne gestite a luglio dalle educatrici comunali?

«Non entro assolutame­nte nelle relazioni tra il Comune di Bologna e le organizzaz­ioni sindacali. Posso dire che ritengo però che il Comune di Bologna abbia lavorato molto per l’infanzia e per i servizi educativi. Mi auguro senz’altro che si raggiunga un accordo, ma non vedo quello che è successo come un evento drammatico».

Palazzo d’Accursio, l’altro giorno, annunciand­o la decisione di mettere in pausa la sperimenta­zione delle materne estive con le maestre, ha scritto in un comunicato di aver deciso in questo modo «anche in coincidenz­a con la novità di quest’anno in cui la Regione ha messo a disposizio­ne importanti risorse che sosterrann­o la domanda ai centri estivi con contributi alle famiglie, a fronte delle quali vi è stata una risposta molto positiva da parte dei gestori privati accreditat­i». Non è che per caso è stata la Regione a spingere il Comune verso questa «pausa di riflession­e» sulle materne estive?

«Assolutame­nte non c’è alcun legame tra le due cose. I nostri sono sempliceme­nte contributi alle famiglie erogabili in modalità diverse, non so perché la decisione del Comune di non coinvolger­e le maestre comunali a luglio sia stata legata a questo. Non ne capisco il nesso, ma non voglio entrare nel merito della questione».

Nel dibattito bolognese su questo tema, l’altro giorno il presidente della Ies, l’ex provvedito­re Paolo Marchesell­i, ha sottolinea­to come il sistema che davvero funziona, nei servizi educativi, è quello misto pubblico-privato, dove il privato può far da stimolo al pubblico. È stato criticato dai sindacati che temono l’esternaliz­zazione eccessiva dei servizi. Lei che pensa?

«Il sistema integrato pubblico-privato in questa Regione esiste da ormai 25 anni. Si può dire che è una strada ben consolidat­a quella del sistema misto, che va semmai continuata e rafforzata».

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Progetti Elisabetta Gualmini,, vicepresid­ente della Regione e assessore

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