Gualmini: «Un patto per l’adolescenza»
La numero due della Regione: prima le priorità, poi le risorse. Novità nel bando casa
«Metteremo delle risorse sui ragazzi e sulle ragazze. Lo chiameremo Patto per l’adolescenza, sto girando i territori per capire le priorità». L’assessore al Welfare della Regione, Gualmini, annuncia le nuove politiche per sostenere famiglie, giovani, neogenitori. «Novità anche nel bando casa per le giovani coppie». Sulle materne estive a Bologna: «Non c’è alcun nesso con i nostri contributi».
Giovani coppie, neo genitori, famiglie in difficoltà con uno o più figli. Ma, adesso, anche adolescenti, una delle categorie su cui hanno tutti gli occhi puntati, ma su cui finora si sono messe sempre poche (troppo poche) risorse. La Regione Emilia-Romagna non molla e continua, un tassello alla volta, a cercare di sostenere le famiglie e ad aiutare i giovani che, in mancanza di appigli certi nel mondo del lavoro, vogliono però costruirsi delle basi solide per il proprio futuro.
La vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Emilia-Romagna, Elisabetta Gualmini, ieri ha annunciato una novità nel bando casa per le giovani coppie, che dal 2010 a oggi ha consentito a 2.161 famiglie di acquistare la prima casa. «Perché le fragilità maggiori iniziano, quando si rompe qualcosa attorno al tema -casa. I problemi iniziano lì».
Vicepresidente Gualmini, siamo all’undicesimo bando casa per le giovani coppie. Cosa cambia quest’anno?
«Questo bando ha sempre avuto molto successo e abbiamo deciso di rifarlo implementando le risorse. Ci metteremo 15 milioni di euro. E per la prima volta, oltre a prevedere contributi fino a 25 mila euro per l’acquisto di abitazioni nuove, prevediamo quest’anno contributi fino a 35 mila euro nel caso l’immobile vanga ristrutturato. Su quest’ultima opportunità abbiamo messo 4,5 dei 15 milioni di euro, perché partiamo in maniera sperimentale. Prevediamo anche, per le giovani coppie che non riescono ad accendere subito il mutuo, di poter restare in affitto per un massimo di 8 anni e di fare un patto di futura vendita al prezzo che concordiamo oggi».
Insomma, la Regione continua a voler sostenere le famiglie in un contesto molto difficile.
«Noi andiamo avanti con tutta quella filiera di politiche che abbiamo insistentemente messo in piedi. Dai contributi per la casa a quelli per i centri estivi, fino al patto pe l’adolescenza che sarà pronto in autunno».
Cosa prevede questo patto per l’adolescenza?
«Sto girando una quindicina di territori in tutta l’Emilia-Romagna e mi sto confrontando dal basso con tutti i soggetti che si trovano a contatto con gli adolescenti: scuole, terzo settore, oratori, associazioni. Quando il tour sarà finito sigleremo questo patto e daremo il via al primo piano triennale regionale per i ragazzi e le ragazze. Avrà delle risorse a disposizione, che saranno messe sulle priorità d’azione individuate insieme a tutti i soggetti. È una fascia d’età che ha bisogno di moltissima attenzione».
Per tornare ai centri estivi, cosa pensa del passo indietro di Palazzo d’Accursio sulle materne gestite a luglio dalle educatrici comunali?
«Non entro assolutamente nelle relazioni tra il Comune di Bologna e le organizzazioni sindacali. Posso dire che ritengo però che il Comune di Bologna abbia lavorato molto per l’infanzia e per i servizi educativi. Mi auguro senz’altro che si raggiunga un accordo, ma non vedo quello che è successo come un evento drammatico».
Palazzo d’Accursio, l’altro giorno, annunciando la decisione di mettere in pausa la sperimentazione delle materne estive con le maestre, ha scritto in un comunicato di aver deciso in questo modo «anche in coincidenza con la novità di quest’anno in cui la Regione ha messo a disposizione importanti risorse che sosterranno la domanda ai centri estivi con contributi alle famiglie, a fronte delle quali vi è stata una risposta molto positiva da parte dei gestori privati accreditati». Non è che per caso è stata la Regione a spingere il Comune verso questa «pausa di riflessione» sulle materne estive?
«Assolutamente non c’è alcun legame tra le due cose. I nostri sono semplicemente contributi alle famiglie erogabili in modalità diverse, non so perché la decisione del Comune di non coinvolgere le maestre comunali a luglio sia stata legata a questo. Non ne capisco il nesso, ma non voglio entrare nel merito della questione».
Nel dibattito bolognese su questo tema, l’altro giorno il presidente della Ies, l’ex provveditore Paolo Marcheselli, ha sottolineato come il sistema che davvero funziona, nei servizi educativi, è quello misto pubblico-privato, dove il privato può far da stimolo al pubblico. È stato criticato dai sindacati che temono l’esternalizzazione eccessiva dei servizi. Lei che pensa?
«Il sistema integrato pubblico-privato in questa Regione esiste da ormai 25 anni. Si può dire che è una strada ben consolidata quella del sistema misto, che va semmai continuata e rafforzata».
” Centri estivi Nessun dramma, mi auguro un accordo Il Comune? Lavorato bene
” Famiglie Da questo anno contributi anche per immobili da ristrutturare