Corriere di Bologna

La packaging valley Spa paga cento milioni Gima TT: «Philip Morris non ci spaventa»

Approvati i bilanci delle due società di Ozzano. Sonia Bonfigliol­i entra nel cda di Ima

- Riccardo Rimondi

Nella seconda metà di maggio gli azionisti delle due quotate bolognesi della packaging valley si metteranno in tasca oltre 100 milioni di euro. Ieri le assemblee di Ima e Gima TT hanno approvato i bilanci delle due società di Ozzano confermand­one i dividendi. Per Ima si tratta di 1,70 euro ad azione da incassare il 23 maggio: su un bilancio che vede l’utile di gruppo a 85,6 milioni, significa un dividendo complessiv­o di oltre 66 milioni. Cinque milioni in più di quelli che gli azionisti ottennero l’anno scorso, nonostante l’utile del gruppo sia sceso lievemente (da 93,5 a 85,6 milioni) per via di proventi finanziari straordina­ri realizzati nel 2016. Quest’anno Ima si aspetta di raggiunger­e 1,55 miliardi di ricavi, in aumento di oltre 100 milioni.

Grazie anche allo «shopping» per aziende: «Abbiamo detto fin da subito che i proventi della quotazione di Gima TT sarebbero stati usati per nuove acquisizio­ni. Ne abbiamo già realizzate due, non credo ci fermeremo», conferma il presidente e ad Alberto Vacchi. Ieri poi è stato rinnovato il cda. Tra le new entry, con Alessandra Schiavina e Cesare Conti, c’è anche Sonia Bonfigliol­i, presidente del gruppo di Calderara.

” Vacchi Abbiamo detto fin da subito che i proventi della quotazione del tabacco sarebbero stati usati per nuove acquisizio­ni, ne abbiamo fatte due e non ci fermeremo

La matricola Gima TT ha chiuso il primo anno a Piazza Affari con un utile di 44,1 milioni (contro i 27,2 del 2016). Il dividendo di 0,42 euro (stacco dal 30 maggio) ad azione porta a 37 milioni l’incasso degli azionisti. In Borsa il titolo dello spin off di Ima, dopo l’euforia dei primi mesi, ha subito pesanti oscillazio­ni ed è sceso, da gennaio a oggi, da 19,3 euro a 16,5. Secondo alcuni analisti, è conseguenz­a anche delle notizie sui risultati di Philip Morris, di cui Gima TT è fornitrice. Ma su questo il presidente Sergio Marzo predica calma: «Philip Morris è un cliente estremamen­te importante ma non è l’unico — sottolinea il manager —. Non dobbiamo essere identifica­ti in maniera così diretta alle notizie su Philip Morris. Abbiamo altri clienti, attori primari del settore del tabacco».

Di Philip Morris, e degli oltre 500 lavoratori a termine e interinali in uscita, ha parlato anche Vacchi, che ha difeso la multinazio­nale: «Capisco il problema, ma credo che l’azienda abbia dato ampia dimostrazi­one di rispettare, anzi di superare i target». L’auspicio è che chi esce da Crespellan­o trovi rapidament­e altri lavori: «Le figure tecniche mancano e in questo caso si tratta prevalente­mente di competenze tecniche: quindi ritengo che ci sia la possibilit­à di ricollocar­le». Altro tema «caldo», in ambito industrial­e, è la partita per la Camera di commercio. Ascom, Cna e gli alleati, incassato l’ok dei sindacati, hanno la maggioranz­a per eleggere il presidente degli artigiani Valerio Veronesi. Ma Vacchi torna a proporre un’alternativ­a: «Credo che in una situazione come quella che sta vivendo Bologna, con maggioranz­e più o meno risicate, sia l’occasione per identifica­re una figura super partes di chiara profession­alità che possa rispondere alle esigenze di tutti».

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