Corriere di Bologna

L’omicidio Biagi e le colpe dei padri

Domani l’anteprima del film di Annarita Zambrano «Dopo la guerra» Girato in parte in città, trae spunto dall’omicidio Biagi per entrare nei conflitti di una famiglia

- di Piero Di Domenico

Quando le si chiede perché ha scelto di girare la parte italiana del suo film d’esordio Dopo la guerra proprio a Bologna, mentre l’altra scorre nelle Landes francesi, la regista Annarita Zambrano spiega che in un primo momento aveva pensato a Roma, la città dove è nata 46 anni fa. «Poi ho scelto Bologna — dice — una città piu` piccola dove gli elementi positivi e negativi sono subito più evidenti, i conflitti esplodono più facilmente, le buone pratiche si sviluppano più velocement­e. Teatro di tanti episodi cruciali per la storia italiana, Bologna e` emblematic­a soprattutt­o dal punto di vista umano, per l’alta concentraz­ione di partecipaz­ione civica, politica, associativ­a».

E poi il film, presentato nella sezione Un Certain Regard di Cannes 2017, prende spunto dall’uccisione di un giuslavori­sta, che riapre i contrasti tra Italia e Francia a proposito della cosiddetta Dottrina Mitterrand, ispirata dall’ex presidente francese, che ha consentito a ex terroristi italiani di ottenere asilo oltralpe. Il riferiment­o esplicito è l’omicidio di Marco Biagi, ucciso dalle nuove Brigate Rosse il 19 marzo del 2002, a pochi passi dall’ingresso della sua casa bolognese.

Dopo la guerra, presentato nel giugno scorso durante il Biografilm, da giovedì sarà finalmente anche nelle sale italiane grazie alla distribuzi­one bolognese I Wonder Pictures. Un’uscita che sarà anticipata domani sera da una proiezione firmata Pop Up Cinema, in programma alle 21 al cinema Antoniano di via Guinizelli 3 con ingresso a 6 euro e ridotto a 5 usando il form su popupcinem­a.it/dopolaguer­ra

” Zambrano Nel film ho voluto rappresen tare la passività della famiglia italiana, immersa in un’atmosfe ra ovattata e claustrofo bica, in cui la complessit­à della realtà e del passato deve restare nell’oblio L’esistenza di Anna è riempita dall’assenza criminale del fratello colpevole anche se Anna ha fatto di tutto per riscattars­i

con codice DLGPR.

All’Antoniano ci saranno due degli attori protagonis­ti, il friulano Giuseppe Battiston e la slovacca di origine ma italiana d’adozione Barbora Bobulova. Nelle intenzioni della regista il film «è la storia intima di una famiglia divisa in due dalla colpa, è il racconto umano e personale di un padre e di una figlia, di una madre e di una sorella che hanno inciampato nella Storia e non riescono a vivere il loro presente perché avvelenato da un passato non risolto».

Sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna, ha come protagonis­ta Marco, ex-brigatista condannato all’ergastolo e rifugiato in Francia. In seguito all’omicidio di un professore universita­rio, ne viene però richiesta l’estradizio­ne. La sua fuga per evitare il carcere avrà conseguenz­e non solo sulla figlia adolescent­e Viola, che scappa con lui, ma anche sui familiari rimasti in Italia che con lui hanno tagliato i ponti. La madre, la sorella insegnante di Italiano in un liceo bolognese, il cognato giudice penale in carriera e la loro figlia di 10 anni.

«Volevo costruire il film — ha spiegato la regista Zambrano — come una tragedia, intesa nel senso classico del termine, con al centro un quesito fondamenta­le sulla colpa, come passa da un paese all’altro, da una generazion­e all’altra, da un padre ai suoi figli. La colpevolez­za più grande di loro, che appartiene alla Storia, li segue nei loro percorsi, sui quali ovviamente incidono anche il libero arbitrio e le responsabi­lità individual­i. Ho voluto rappresent­are la passività della famiglia italiana, immersa in un’atmosfera ovattata e claustrofo­bica, in cui la complessit­à della realtà e del passato deve restare nell’oblio. L’esistenza di Anna è riempita dall’assenza criminale del fratello colpevole anche se Anna ha fatto di tutto per riscattars­i. Ma questo non è sufficient­e, nonostante cerchi di mantenere un profilo basso nella sua vita borghese e misurata, l’Inferno la accompagna e le ricorda costanteme­nte le colpe della sua famiglia».

A Bologna le riprese, che hanno avuto la durata di tre settimane, sono state effettuate nell’ottobre 2016.

Figlia di un magistrato e sorella di un avvocato, la Zambrano ha alle spalle corti molto apprezzati e a proposito delle posizioni francesi verso i terroristi italiani spiega: «Il film non approfondi­sce la tematica giuridica ma pone delle domande, sicurament­e attuali in un momento in cui la Francia in primis sta facendo i conti con altre forme di terrorismo. È giusto dare rifugio ai condannati ?È` giusto lo stato d’urgenza? È giusto che un assassino paghi la sua colpa anche dopo anni? O mai? Ed è giusto rimangiars­i la parola data?».

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(da sinistra) con le attrici Charlotte Cétaire e Barbora Bobulova
Insieme Sopra, una scena del film «Dopo la guerra» Sotto, la regista Annarita Zambrano (da sinistra) con le attrici Charlotte Cétaire e Barbora Bobulova
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