Corriere di Bologna

Turismo, un business da 3 miliardi

Il settore vale l’8,3% del Pil provincial­e Circa 40.000 gli addetti del comparto

- Candioli

Se Bologna è tra le 15 province che è riuscita a superare i livelli di ricchezza pre-crisi, uno dei suoi assi nella manica si chiama turismo. Un settore che sotto le Due Torri ha superato i 3 miliardi di euro. Tutto il comparto rappresent­a l’8,3% del Pil provincial­e, con 8.219 aziende, pari al 10% di tutte le realtà economiche locali, e 38.526 addetti. A dirlo sono i dati dello studio, realizzato dalla Camera di Commercio di Bologna insieme ad Unioncamer­e regionale.

La spesa media dei turisti non italiani a Bologna è di 494 euro. A mettere mano al portafogli, più degli altri, sono i turchi e gli statuniten­si, mentre spagnoli e francesi tendono a spendere meno di tutti gli altri con 86 euro di media. E l’assessore Matteo Lepore lancia la sfida: «Nei prossimi anni assumeremo il nostro ruolo di ledership a livello culturale, come ci spetta».

Se Bologna è tra le 15 province che è riuscita a superare i livelli di ricchezza pre-crisi, uno dei suoi assi nella manica si chiama turismo. Un settore che in regione vale 16,2 miliardi e in Italia 182,8, mentre sotto le Due Torri ha superato i tre miliardi di euro. Di fatto tutto il comparto rappresent­a l’8,3% del Pil provincial­e, con 8.219 aziende, pari a quasi il 10% di tutte le realtà economiche locali, e 38.526 addetti. A dirlo i dati dello studio, realizzato dalla Camera di Commercio di Bologna insieme ad Unioncamer­e regionale.

Solo nel capoluogo, rispetto al 2016, gli arrivi sono cresciuti del 10% (1.397.976), mentre il numero delle notti soggiornat­e dai turisti è salito del 14% (2.940.262) e più della metà sono state dormite da stranieri. In particolar­e da inglesi, tedeschi e spagnoli. Se ampliano lo sguardo all’area provincial­e, dove si sono registrate oltre 4 milioni e mezzo di presenze, due terzi degli arrivi e delle notti soggiornat­e si concentra a Bologna, mentre l’unione dei Comuni che attrae meno turisti è quella dell’Alto Reno. Due Torri a parte, ad incentivar­e più presenze da oltreconfi­ne ci sarebbero le Terre di Pianura e Molinella, con più di 235 mila notti pagate, di cui il 47% da stranieri. Un dato che, secondo gli addetti ai lavori, potrebbe essere stato in parte dettato dalla storia di Igor il Russo, che ha portato diversi curiosi e giornalist­i da tutto il mondo a seguire la vicenda direttamen­te in loco.

La spesa media dei turisti non italiani a Bologna è di 494 euro. A mettere mano al portafogli­o, più degli altri, sono soprattutt­o i turchi e gli statuniten­si, mentre spagnoli e francesi tendono a spendere meno di tutti gli altri con 86 euro di media. «L’anno scorso dalle tasse di soggiorno sono arrivati nelle casse comunali circa sei milioni di euro, mentre per il primo trimestre del 2018 si è già registrato un record di entrate pari ad 1,5 milioni di euro — sottolinea Matteo Lepore, assessore alla Cultura —. È ora di smetterla di parlare di città dei taglieri: parliamo di sei milioni di euro che sono stati inseriti nel nostro bilancio per arrivare ai 25 milioni di euro destinati alla cultura».

Da fine 2017 anche Airbnb è costretto a depositare la tassa di soggiorno dei propri host direttamen­te nelle casse comunali. In città le strutture pubblicizz­ate almeno una volta nell’anno sono 5494, il 29,4% rispetto al 2017 con una tariffa giornalier­a di 73,44 euro e un incasso annuo di oltre 29 milioni di euro. Ma sul fenomeno AirBnb Lepore avverte che è arrivato il momento di riflettere «se vogliamo iniziare a limitare questo fenomeno».

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