Corriere di Bologna

Integrativ­o Cineca, vincono i sì

Integrativ­o, la tregua su turni e premi approvata dai lavoratori a larga maggioranz­a

- F.C.

Con 370 voti a favore e solo 94 contrari, è passato al Cineca il referendum sul contratto integrativ­o.

Era l’ottobre del 2016 quando la direzione del Cineca decise di far saltare il contratto integrativ­o in vista della riorganizz­azione del Consorzio e dei tagli attesi dal governo. Iniziò così un lungo periodo di scioperi e scontri tra ricercator­i, sindacati e dirigenza. L’anno e mezzo più nero nella storia del distretto dei big data che, forse, lo scorso venerdì notte si è finalmente concluso.

Non per sempre, ma almeno fino al 2020. Cioè fino a quando durerà il nuovo contratto integrativ­o di 36 pagine, nato da lunghe contrattaz­ioni durate oltre tre mesi, che è stato appena approvato da 370 dipendenti contro 94 voti contrari. Su 576, in 479 si sono presentati alle urne, pari all’83,16% di tutti gli addetti attivi tra il polo bolognese e quello romano.

Un accordo, non mutabile per i prossimi due anni, che è arrivato dopo una mediazione sofferta, e soprattutt­o dopo l’ultima fumata nera dello scorso ottobre. Quando la bozza dell’integrativ­o, approvata dai sindacati e dalle rsu milanesi e romane, ad eccezione di quella bolognese, fu bocciata dal 70% dei lavoratori di Roma e Bologna. E in

Bilanci

Sui neoassunti ha vinto l’azienda: lavorerann­o quattro ore in più con lo stesso stipendio

particolar­e a Casalecchi­o, dove gli aventi diritto erano 413, furono 271 coloro che votarono contro, mentre i sì si fermarono a 99. L’azienda allora aveva reagito, annullando il vecchio integrativ­o e proponendo un regolament­o unilateral­e. Partì così la procedura di raffreddam­ento, inevitabil­e in caso di sciopero. A dicembre si riaprì il tavolo, ma il punto di svolta arrivò solo a gennaio, quando i sindacati sospesero i tre giorni di sciopero proclamati, dopo una prima giornata di astensione dal lavoro e un presidio sotto Confindust­ria.

Così dopo quattro incontri andati a vuoto e l’annuncio di un mese di blocco degli straordina­ri, era arrivata all’ultimo l’intesa, che qualche giorno fa ha posto la parola fine alla partita sull’integrativ­o. Sulla battaglia delle 40 ore per i neoassunti è andata come voleva l’azienda: i nuovi dipendenti lavorerann­o quattro ore in più rispetto a chi è entrato prima della scadenza del vecchio contratto, mantenendo lo stesso stipendio e la stessa posizione. Una situazione che ad oggi riguarda, tra Roma e Bologna, circa una trentina di persone.

La flessibili­tà oraria in entrata

L’altro fronte

È stata ricalcolat­a la retribuzio­ne di risultato Bonus di 2.000 euro lordi a testa per il 2017

invece resta e l’orario limite passa dalle 10.15 alle 9.30, mentre sale a sei il numero di ore minime che devono essere lavorate. Anche se queste regole potranno subire delle modifiche, a seconda delle esigenze dei clienti.

Cambia invece la questione premi di risultato, che sono stati ricalcolat­i. Oltre ad un bonus forfettari­o di 2000 euro lordi a testa per il 2017, il fondo di ripartizio­ne corrispond­erà al 40% della differenza tra costi e ricavi: di questa fetta l’85% andrà a premio di risultato. E ancora sui i pasti: i lavoratori potranno scegliere tra mensa e ticket elettronic­i che salgano da 5,29 a 7 euro.

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