Igor, Budrio fra abbracci e rabbia
Un lungo e commosso abbraccio tra i figli di Valerio Verri, Francesca ed Emanule, e la zia Rosana di Iranzo, l’agricoltore spagnolo ucciso da Norbert Feher, alias Igor Vaclavic. Non c’è l’ha fatta ad esserci a Budrio«perché sarebbe stato ancora troppo il dolore» Maria Sirica, la vedova del barista Davide Fabbri. Ma c’è Marco Ravaglia, la guardia ecologica rimasta ferita l’8 aprile. Nella foto: Emanuele, il figlio di Valerio Verri abbraccia Rosana.
Un lungo e commosso abbraccio tra i figli di Valerio Verri, Francesca ed Emanule, e la zia Rosana di Iranzo, l’agricoltore spagnolo ucciso da Norbert Feher, alias Igor Vaclavic. Non c’è l’ha fatta ad esserci «perché sarebbe stato ancora troppo il dolore» Maria Sirica, la vedova del barista Davide Fabbri. E neanche la vedova dell’agricoltore spagnolo, che ha scritto una lettera: Forse i nostri cinque eroi sono morti per questo, per fermare un assassino, perché non facesse altro male». Ma c’è Marco Ravaglia, la guardia ecologica rimasta ferita l’8 aprile.
Per la prima volta amici e famigliari delle cinque vittime di Igor il Russo si sono incontrati e insieme ad altre trecento persone — il teatro consorziale di Budrio ieri sera era gremito — hanno ricordato Davide, Valerio, Iranzo e i due agenti spagnoli uccisi tutti dalla mano dello stesso uomo, il killer che andrà verso il processo per i due omicidi commessi nel fazzoletto della bassa tra Bologna e Ferrara esattamente un anno fa, e per il triplice omicidio commesso il 15 dicembre da latitante in Spagna. «No al silenzio» recita il titolo della serata di beneficenza organizzata dal comitato delle vittime italiano, quello degli Amici di Davide Fabbri, a cui ha partecipato il comitato #siempreIranzo. L’inno di Mameli e tutti in piedi hanno dato il via alla serata di commemorazione, presentata da Giorgio Comaschi. Tra gli ospiti in sala il ministro all’ambiente Gian Luca Galletti, il presidente della Regione Stefano Bonaccini, il sindaco di Budrio Maurizio Mazzanti, la scrittrice Simona Vinci, l’ex calciatore Beppe Signori. Poi i parlamentari Lucia Borgonzoni della Lega Nord e Galeazzo Bignami di Forza Italia.
«Un ringraziamento grande a chi ha organizzato tutto questo. È un’opportunità per noi essere qui questa sera — spiegano gli amici spagnoli dell’agricoltore di Andorra, un paese di settemila anime nella regione di Aragona — . Siamo arrabbiati, gli investigatori sanno di aver sbagliato. L’Italia aveva avvertito della presenza di Feher ma loro non lo sapevano». «Mio nipote è morto perché li stava aiutando a controllare un pezzo di terra in cui si sarebbe potuto nascondere Feher, e sono morti in tre». E «Giustizia e verità», è quello che hanno chiesto tutti.