Corriere di Bologna

Ringhio: «Dei rossoblù temo la spensierat­ezza, dai miei voglio umiltà»

- A.Mos.

Alta tensione Milan. Al Dall’Ara arriva un gruppo arrabbiato a cui Gattuso ha tolto i due giorni liberi di inizio settimana dopo lo 0-1 contro il Benevento. «Abbiamo toccato il fondo — attacca l’allenatore — e dobbiamo assumerci le nostre responsabi­lità, io per primo. Ma dopo quella figuraccia non era corretto lasciare i giorni di riposo. Io avevo i biglietti per andare due giorni in Spagna con la famiglia: li ho strappati e sono rimasto qua. A qualche giocatore ha fatto piacere e a qualcuno no? Neanche a mia moglie ha fatto piacere, ma era il minimo...». Ringhio di soprannome e di fatto, perché il Milan dopo tre mesi a tutta non vince da 40 giorni. «Dobbiamo metterci la faccia e non possiamo staccare la spina anche se non riusciamo più ad arrivare in Champions, perché tutti qui ci stiamo giocando qualcosa. E hanno fatto bene i dirigenti a ricordarci i vari scenari se arriviamo sesti, settimi o peggio». Si torna sul ko contro il Benevento, su una squadra che «ha giocato senz’anima e deve ritrovare umiltà» e dovrà farlo oggi al Dall’Ara contro un Bologna che non ha ansie di classifica. «La cosa che mi fa più paura è la loro spensierat­ezza — svela — davanti il Bologna ha qualità, Verdi non si capisce con che piede calci meglio, Palacio e Di Francesco sono veloci». Poi si torna al Milan. E di certo se oggi i rossoneri avranno la faccia del loro tecnico non sbaglieran­no approccio: «Mi chiedete perché sono incazzoso? Dopo un periodo così non posso venire con la faccia da ebete a sorridere e raccontare stupidaggi­ni. Questa è una squadra forte, giovane, che può aprire un ciclo. Fisicament­e ora non siamo al top, ma quando senti puzza bisogna cambiare e tornare a giocare da squadra».

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