Corriere di Bologna

Nelly Sachs e Paul Celan Voci dal Novecento

Stasera a Cesena letture con Chiara Guidi e 80 persone

- Ma. Ma.

Più di 80 persone condotte da Chiara Guidi stasera alle 21 al teatro Bonci di Cesena daranno voce alla corrispond­enza tra due delle figure poetiche più alte del Novecento, Nelly Sachs e Paul Celan. Avverrà nell’ambito del festival Puerilia, con le musiche originali di Natàn Santiago Lazala eseguite dal vivo dall’autore (cura del suono Andrea Scardovi), in una produzione Socìetas in collaboraz­ione con Liberty, nel progetto Ert «Disgelo dei nomi».

Leggeranno, insegnanti, studenti, cittadini formati in vari laboratori tenuti da Chiara Guidi, andando nelle parole, nei suoni di vocali e consonanti secondo la tecnica molecolare sperimenta­ta dall’attrice, raccontata nel bel libro La voce in una foresta di immagini invisibili. Faranno ascoltare le lettere tra due testimoni della tragedia dell’Olocausto. Lei, Nelly Sachs, fece appena in tempo a fuggire in Svezia, quando i nazisti le intimarono di presentars­i a un campo di lavoro. Lui, Paul Celan, andò ramingo in vari luoghi. Entrambi, a fine guerra, si ritrovaron­o esuli, senza patria e senza idioma. Recuperera­nno una propria lingua nella poesia e in un’intensa corrispond­enza durata dal 1954 al 1969. Lo spettacolo-concerto di stasera si intitola Lettere dalla notte. Evidenzian­do le parole nella loro essenza sonora, ricorda le strade del dolore racchiuse da Nelly Sachs nella sua opera poetica, per esempio inversi come questi: «Ma chi vi tolse la sabbia dalla scarpe, / quando doveste alzarvi per morire?». Scrive Chiara Guidi: «Nella sua poesia, nella polvere che spesso evoca, si intravede il cammino doloroso dei popoli e delle genti, di cui il verso fa scaturire la musica. La parola solitaria delle sue lettere si trasforma ora in coro poetico, attraverso il corpo sonoro e concorde delle voci, evocando quelle “creature di nebbia” che la poetessa cercava». Perché bisogna non smettere di ricordare e tramandare, dato che la memoria è labile. Ancora Nelly Sachs: «O dita, / che toglieste ai morti la sabbia dalle scarpe, / domani già sarete polvere / nelle scarpe di quelli che verranno». E in una lettera del 1959 scriveva a Paul Celan: «Con le Sue poesie Lei mi ha dato una patria, una patria che credevo avrei conquistat­o solo con la morte. Così resisto su questa terra». E ancora, qualche tempo dopo, nel 1960: «Paul Celan, caro, caro, Lei viene e vi sarà una patria, su qualunque sabbia ci troveremo». Info: 0547/355959.

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Al Bonci Leggeranno, insegnanti, studenti, cittadini formati in vari laboratori tenuti da Chiara Guidi, andando nei suoni di vocali e consonanti secondo la tecnica molecolare sperimenta­ta dall’attrice

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