Rifiuti, il bando può attendere
Il business della raccolta La convenzione è scaduta sette anni fa, da allora Hera prosegue per proroghe La gara slitta ancora, appuntamento dopo le prossime Amministrative del 2019
Di proroga in proroga, è lì che aspetta dal 2011. Si tratta della convenzione tra Atersir (l’agenzia regionale dei rifiuti) ed Hera: scaduta nel 2011, prorogata fino al 2014, oggi in attesa di un nuovo bando va avanti quasi per inerzia. Nonostante negli anni le critiche, dai Comuni del territorio ma anche da Antitrust e Anac, non siano mancate.
Adesso il bando sembra destinato a slittare fino all’estate dell’anno prossimo. Anche per evitare che un’eventuale «rivoluzione» nella gestione dei rifiuti si sovrapponga alla tornata elettorale del 2019, con effetti nefasti per le amministrazioni tutt’ora in carica.
La chiamano proroga, ma non è questa la definizione più appropriata. La convenzione tra Atersir (l’agenzia regionale dei rifiuti) ed Hera è scaduta nel 2011, poi ci sono stati sì tre anni di proroga, ma dal 2014 in assenza di un nuovo bando si va avanti quasi per inerzia, per evitare un vuoto di gestione che paralizzerebbe il sistema dei rifiuti. Un bel guaio per tutti.
Della questione sono a conoscenza i sindaci, l’Anac e l’Antitrust, che per via di questo ritardo hanno criticato Atersir e dato il via libera a quei Comuni, come San Lazzaro, che non vogliono più aspettare e sono pronti a pubblicare una gara in autonomia. Atersir assicura sempre di essere a un passo dal nuovo bando, ma poi i tempi immancabilmente slittano. La nuova tempistica è questa: approvazione entro maggio del piano d’ambito di Bologna, preparazione di tutti i documenti necessari entro la fine dell’anno, per poi arrivare a bando a fine primavera, o al massimo entro l’estate dell’anno prossimo. Non prima, anche a costo di lavorare a tempo di record. Perché non c’è solo la difficoltà di Atersir, che deve mettere d’accordo tutti i sindaci nella stesura del bando e considerare tutte le possibili istanze.
Per come si sono messe le cose, e per il calendario che si è venuto a creare, c’è anche la massima attenzione a non sovrapporre questa scadenza con le Amministrative del 2019 che vede tantissimi Comuni del Bolognese al voto. Detta in altri termini, il tema rifiuti va tolto dalla campagna elettorale. E il nuovo servizio non può entrare in vigore pochi mesi prima del voto. Al massimo il bando può essere presentato a ridosso, ma gli effetti per i cittadini è meglio mostrarli a urne chiuse. Atersir nega che la nuova agenda dei lavori sia dettata dall’appuntamento elettorale, ma al contempo conferma che sarà impossibile prima del voto poter individuare un nuovo gestore e quindi un nuovo servizio. Nonostante Antitrust e Anac si siano sgolate, già due anni fa, chiedendo di fare presto. È anche vero che è inutile confermare un’ovvietà: cambiare il servizio di rifiuti a pochi mesi dal voto esporrebbe i sindaci uscenti che cercano il bis alle proteste dei cittadini. Quindi, ritardo per ritardo, non sarà certo qualche altro mese perso a fare la differenza. Anche perché, seppure a passo di tartaruga, la strada tracciata da Atersir sta mettendo tutti d’accordo e va incontro a due opzioni per i Comuni: raccolta dei rifiuti porta a porta o sistema a calotta (con card magnetica). Adeguarsi a uno dei due richiede tempo, buona volontà e non pochi reclami.
Per un sindaco l’ideale è affrontare una rivoluzione di questa natura a inizio o a metà mandato, non di certo in campagna elettorale. L’esperienza di Imola insegna, dove due anni fa si è passati al sistema a calotta andando incontro alle normali e prevedibili resistenze dei cittadini. Proprio Imola, che tra meno di due mesi eleggerà il nuovo sindaco e, a seconda del risultato delle urne, potrebbe allungare ancor di più i tempi del nuovo bando. Nel programma del Movimento 5 Stelle c’è l’intenzione di non seguire più Atersir e la sua gara ma il modello di Forlì, cioè realizzare una società in house, al 100% pubblica, che si occupi di rifiuti. «Dobbiamo valutare nel dettaglio tutti i pro e contro, ma è un punto nel nostro programma che vogliamo realizzare», conferma la candidata dei 5 Stelle Manuela Sangiorgi. Qualora diventasse lei il nuovo sindaco, Imola si sfilerebbe dalla gara e Atersir dovrebbe rimettere mano al bando e allungare ancor di più l’oramai eterna proroga. E a quel punto gli altri sindaci alla ricerca di un bis nel 2019 potrebbero anche loro chiedere un ulteriore rinvio. Per ora solo ipotesi, di certo ci sono i ritardi.
Dietro l’attesa c’è il timore dell’effetto nefasto del tema rifiuti in campagna elettorale