Corriere di Bologna

Alloggi pubblici, nuova norma limita-stranieri

Niente assegnazio­ne a chi è proprietar­io all’estero

- Maria Centuori

Chi ha una proprietà fuori dall’Italia sarà escluso dai prossimi bandi dell’Erp. È questa la norma della Regione per limitare le assegnazio­ni agli stranieri. Ma c’è il problema dei controlli. E Lega e Forza Italia: non basta.

Giro di vite della Regione sulle regole per ottenere un alloggio popolare: chi possiede un’altra casa all’estero - e non solo in Italia, pena l’esclusione - non potrà accedere alle graduatori­e di assegnazio­ne Erp (edilizia residenzia­le pubblica). Ma per la Lega Nord e Forza Italia la delibera della Regione fa scaricabar­ile sui Comuni.

C’è il via libera definitivo della giunta Bonaccini: l’atto unico approvato sull’edilizia pubblica approvato ieri da Viale Aldo Moro, in attesa del voto in assemblea legislativ­a che avverrà entro l’estate. Tra le novità c’è appunto il requisito per l’accesso all’Erp di non avere case in Italia o all’estero. Sara’ compito dei Comuni verificare il requisito attraverso le dichiarazi­oni Isee presentate da chi fa domanda per avere un appartamen­to. La scelta nasce da «un evidente principio di equità e di giustizia sociale — spiega Elisabetta Gualmini, vicepresid­ente della Regione con delega alla Casa —. Una misura già adottata dalle altre Regioni e che abbiamo condiviso con tutte le parti in causa, dagli enti locali all’Acer fino ai sindacati». Tra le regioni prese ad esempio ci sono il Friuli Venezia Giulia, la Toscana e la Lombardia.

Quando la nuova regola sarà messa nera su bianco, e saranno chiare anche le modalità di applicazio­ne dei controlli a campione, allora la palla passerà ai diversi consigli comunali e toccherà alle diverse giunte approvare un nuovo regolament­o per le graduatori­e Acer. E questo n0n convince la Lega:«La delibera così com’è scarica l’incombenza sui Comuni», «Non basta l’autocertif­icazione per gli stranieri» taglia corto Forza Italia. Palazzo d’Accursio intanto è già a lavoro: «Aspettiamo di conoscere nei dettagli la delibera e l’ok dell’Assemblea Legislativ­a — racconta l’assessore alla Casa del Comune di Bologna, Virginia Gieri —. Sulla questione ci siamo già confrontat­i con gli altri assessori alla Casa degli altri comuni, e stiamo valutando quello che fanno anche altre regioni, per esempio in Toscana e in Lombardia, in fase di sperimenta­zione».

Quello che al momento non è chiaro e potrebbe sembrare difficile, è legato soprattutt­o alla verifica delle diverse autocertif­icazioni, soprattutt­o per i cittadini stranieri. Un punto non trascurabi­le, visto che oggi il 27% degli inquilini degli alloggi Erp è cittadino extracomun­itario, provenient­e soprattutt­o dal Marocco, dall’Albania e dalla Tunisia.

«Sappiamo che non sarà semplice — conclude ottimistic­amente l’assessore di Bologna Virginia Gieri — ma questo non deve assolutame­nte fermarci per trovare, invece, una soluzione».

L’idea di Viale Aldo Moro piace anche al presidente di Acer, Alessandro Alberani: «Pur essendo tutto in una fase del tutto embrionale — spiega — è però assolutame­nte giusto il principio di equità a cui si rifà la delibera: oggi chi è proprietar­io di un altro immobile in Italia, non può accedere alla graduatori­a. Aspetterem­o il nuovo regolament­o e poi lo applichere­mo». Il sindacato degli inquilini,

Lega e Forza Italia chiedono che per i non italiani non valga l’autocertif­icazione

il Sunia, approva la delibera ma ha una piccola postilla: «Bene il principio di equità ma sarà difficile fare accertamen­ti, in alcuni Paesi non esiste il catasto, per esempio, e poi bisognereb­be pensare però quanto sia funzionale la proprietà di un altro immobile, in Basilicata come in Marocco, se invece la persona vive e lavora qui. Si potrebbe pensare a un criterio legato alla distanza», conclude Mauro Colombarin­i.

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Bandi e regole Le case popolari di viale Libia

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