Corriere di Bologna

Canile, bando in «sospeso», nessun veterinari­o

- M.G.

Resta il sospeso il futuro della gestione del canile-gattile di Trebbo di Reno, convenzion­ato con il Comune di Bologna e Castel Maggiore. Ieri sono state aperte le buste con le offerte di partecipaz­ione al bando che dovrà affidare il servizio fino al 2020: un lotto di gara è dedicato alla gestione e alla pulizia della struttura ed ha un valore di 630.000 euro, l’altro è invece indirizzat­o alle cure veterinari­e dal valore di 237.000 euro.

Per quanto riguarda la gestione è arrivata una sola offerta da parte della cordata formata dall’associazio­ne Le Terre del branco insieme alla cooperativ­a sociale Iris. Deserta invece la proposta legata al servizio veterinari­o.

L’istruttori­a è però stata sospesa per delle ulteriori verifiche sulla documentaz­ione presentata dai partecipan­ti al primo lotto. Nei prossimi giorni gli uffici comunali dovranno sciogliere le riserve, non è detto che la domanda di partecipaz­ione venga accettata, lasciando quindi anche questa parte di bando senza partecipan­ti. La partecipaz­ione de Le Terre del branco viene però appoggiata dalle associazio­ni animaliste bolognesi, in quanto si tratta di operatori che già in passato hanno collaborat­o con il canile del Trebbo. L’attuale gestore della struttura, la cooperativ­a Caleidos era invece da subito finita al centro di attacchi e polemiche per l’organizzaz­ione adottata: la cooperativ­a, che rimarrà operativa fino a giugno al Trebbo, era infatti stata selezionat­a da Palazzo d’Accursio dopo che il canile era rimasto senza gestori. Una sorte più sfortunata invece per il lotto dedicato alle cure e alla direzione veterinari­a: nessun partecipan­te. Su questo punto il consiglier­e della Lega, Umberto Bosco, e la consiglier­a del M5S, Elena Foresti, attaccano l’amministra­zione, criticando le risorse stanziate per garantire un’ampia partecipaz­ione. «Senza un adeguato monitoragg­io e riscontro dei servizi prestati è chiaro che si possa avere paura di trovarsi in una situazione di difficoltà economica, bisogna ripensare il regolament­o».

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