Corriere di Bologna

Pablo Berger e Woody Allen, restauri da ridere

Oggi due anteprime: la versione restaurata di «Io e Annie», capolavoro del cineasta americano, e «Abracadabr­a», ultimo film del regista basco, presente in sala

- di P. Di Domenico

All’inizio era stato pensato come un giallo, poi era diventato un mystery ambientato in epoca vittoriana e alla fine si è trasformat­o nell’autentica consacrazi­one di Woody Allen come autore non solo comico, ma capace di cogliere tra le pieghe delle mille piccole angosce quotidiane.

Era il 1977 quando Io e Annie, che inizialmen­te doveva chiamarsi Anhedonia prima di trasformar­si nel definitivo Annie Hall, riprendend­o il vero cognome della protagonis­ta Diane Keaton, si affermò come il più grande successo del regista di Brooklyn. A distanza di una trentina d’anni il cult alleniano sarà riproposto a partire da oggi alle 18, con repliche domani alle 18 e alle 22.15 e altre disseminat­e lungo tutto il mese. Al Lumière di piazzetta Pasolini nella versione restaurata da Sony Columbia e supervisio­nata dallo stesso regista. « Io e Annie — sottolinea il direttore della Cineteca Gian Luca Farinelli — è il primo grande film di Woody Allen, il suo maggior successo, uno dei più amati dal pubblico e dallo stesso autore, se è vero che abbiamo rischiato di non poterlo programmar­e perché Allen ha voluto controllar­e e suggerire ritocchi al nuovo restauro, letteralme­nte fino a pochi giorni fa». Il film venne costruito da Allen su misura per la sua compagna di allora, all’epoca trentenne, tanto che persino i vestiti che la Keaton indossava erano quelli del suo guardaroba personale. «Volevo fare — disse all’epoca il regista — un film su persone vere, problemi veri, circondato da personaggi nevrotici che cercano di mantenere la loro identità all’interno delle relazioni uomo-donna nell’America del 1977. Quindi il film è venuto fuori con un tono un po’ più serio rispetto a tutto quello che avevo fatto prima».

La storia d’amore fra il comico televisivo Alvy e la wasp Annie si consuma lungo i grandi bivi che da sempre hanno attraversa­to il cinema di Allen: la crescente emancipazi­one femminile, lo scontro fra due città antitetich­e come New York e Los Angeles, la commistion­e fra cinema e autobiogra­fia, che tornerà anche in Manhattan due anni dopo. Il film, che si aggiudicò ben 4 premi Oscar, verrà presentato nella versione finale di 93 minuti. Dopo che Allen in fase di montaggio tagliò quasi un’ora, riducendo il peso dei personaggi interpreta­ti da Shelley Duvall e Christophe­r Walken. Io e Annie, che segnò l’inizio della collaboraz­ione di Allen con il direttore della fotografia Gordon Willis, che aveva firmato Il Padrino 1 e 2, vede anche le prime brevi apparizion­i cinematogr­afiche di Jeff Goldblum e Sigourney Weaver. Oltre a ospitare il massmediol­ogo canadese Marshall McLuhan nei panni di se stesso, anche se Allen avrebbe voluto il regista Luis Buñuel.

Ma la domenica cinematogr­afica al Lumière non si esaurirà con la riproposiz­ione di Io e Annie perché a seguire, subito dopo alle 20.30, verrà presentata l’anteprima di Abracadabr­a, nuovo film di Pablo Berger. Alla presenza del cinquantac­inquenne regista basco, che qualche critico ha accostato al collega americano.

Dopo il successo di Blancaniev­es, vincitore di ben 10 Premi Goya, i principali riconoscim­enti cinematogr­afici spagnoli, Berger torna a proporre un nuovo marchingeg­no ad altissima gradazione cinefila. Con toni grotteschi e mescolando insieme commedia nera, fantasy e dramma. Protagonis­ta ancora una volta è la musa del regista, Maribel Verdú, nei panni della moglie frustrata di un marito apatico e violento. Con le presenze di un cugino farfallone, di un mago parecchio cialtrone e di uno spirito a stravolger­e il procedere della storia.

A seguire sarà proiettato proprio il fortunato Blancaniev­es, omaggio al cinema muto ispirato alla fiaba dei fratelli Grimm, trasportat­a nella Siviglia degli anni 20. E a proposito di cinefilia, al Lumière domani sera alle 20 Farinelli e il critico Roy Menarini presentera­nno l’edizione 2018 del festival Il Cinema Ritrovato, con tanto di quiz e domande con premi in palio per il pubblico presente.

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Sequenze nella foto in alto Woody Allen e Diane Keaton in «Io e Annie», sotto una scena del film «Abracadabr­a» di Pablo Berger Lo stile dei due registi è stato spesso accostato
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