Corriere di Bologna

Verdi, poi il buio: rossoblù ko

I rossoblù aprono le marcature con un rigore perfetto del fantasista Ma il vantaggio dura poco: De Maio (autogol), Khedira e Dybala infrangono il sogno

- Beneforti, Pellerano

TORINO — Sono i grandi giocatori che fanno le grandi squadre: sono bastati 45’ a Douglas Costa per frantumare il Bologna e i suoi fragili sogni. Nella ripresa, iniziata con l’incredibil­e 0-1 per i rossoblù, grazie al rigore trasformat­o da Verdi, al nono gol stagionale, il mondo s’è capovolto e con lui il risultato. La Juve ha messo la quarta, anzi Douglas Costa, e in 25’ ne ha messi dentro tre.

Il Bologna B di Donadoni è un 3-5-2 stracopert­o, con l’inedita linea, Mbaye-Romagnoli-De Maio, due esterni difensivi, Krafth-Keita, e Verdi e Avenatti in attacco. Crisetig, buona la sua prova, in regia. Obiettivo, resistere e provare a fare qualcosina davanti. Allegri rispolvera come play Marchisio, a sedere da una vita.

Applicazio­ne e lotta: parte così il Bologna contro una Juve che amministra senza affondare i colpi. Difficile immaginare che alla fine della frazione siano i rossoblù quelli in vantaggio. È infatti Mirante il più decisivo nei primi ’45, subito di piede su Higuain, pescato fra i centrali da Marchisio e a metà tempo di pugno su incornata in area di Alex Sandro servito ancora dal numero 10, in verità sotto tono: non aver sfruttato l’erroraccio di Romagnoli al limite dell’area la dice tutta. Irrati distribuis­ce un paio di gialli e grazia Khedira. Juve in surplace, troppo. Il Bologna resiste sulle linee con l’aiuto di Avenatti e Verdi, pronto a tenere palla e ripartire. Alla mezz’ora, in pressione sul palleggio difensivo bianconero, Crisetig legge un passaggio lento di Buffon per Rugani, lo anticipa e viene messo giù: Irrati non ha dubbi, rigore e giallo (discutibil­e) al difensore. Verdi, dopo 3’ di Var, spiazza Buffon. Serataccia bianconera anche in curva con l’imbarazzan­te ed enorme striscione juventino con errore grammatica­le: incistare invece di incitare. Brividi all’Allianz, stupore fra i 300 bolognesi a torso nudo nello spicchio degli ospiti. Bologna bassissimo negli ultimi 10’, ma gli undici di Allegri sono assenti.

Nella ripresa sarà tutta un’altra storia. Non sappiamo cosa abbia urlato nell’intervallo il tecnico livornese, ma in campo gli basta un cambio: Douglas Costa per Matuidi. Juve a testa bassa, stadio che s’infiamma e dopo 6’ su traversone di Cuadrado, De Maio per anticipare Khedira mette la palla nella propria porta. Terzo autogol rossoblù, partita in parità. La Juve insiste, Mirante miracoloso su Douglas, poi in anticipo su Higuain tiene aperto il match che potrebbe ancora ribaltarsi con Krafth che solo davanti a Buffon si fa mettere la palla in corner: occasione cla-mo-rosa, Juve ancora distratta. Come da prassi arriva il 2-1 con Khedira che raccoglie un traversone sul secondo palo: palla e Keita, sempre più in difficoltà, in porta. Ma l’errore eclatante è di Mirante, a vuoto sul cross del devastante Douglas. L’inerzia del match è segnata e Dybala, unico guizzo, piazza il 3-1 con l’assist dell’imprendibi­le brasiliano che all’88’ sfiora il gol con una rabona (…). Donadoni fa respirare la squadra, fuori Krafth, e le due punte, dentro Torosidis, Palacio e Destro che trova un rasoterra passabile e ci riprova da fuori area: come diceva quel tale, «non va». Dopodiché, tutto il resto è palleggio e contenimen­to per non affondare e per non sfigurare. Alla Juve va bene così, minimo sforzo, poca concentraz­ione, scudetto più vicino. Il Bologna conferma la sua pochezza contro le grandi: un doppio dejà vu.

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Incolpevol­e La sconfitta di Torino è figlia di altri, non del tecnico

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