Corriere di Bologna

La Questura si attrezza Telecamere nelle «celle»

- Baccaro

Un nuovo sistema di videosorve­glianza è stato installato in Questura per consentire agli agenti di turno di avere sempre sotto controllo quello che accade nelle celle di sicurezza. Il caso che fece scoprire che le telecamere non funzionava­no accadde il 23 settembre: un senegalese arrestato per maltrattam­enti in famiglia si suicidò in una delle due celle di sicurezza senza che i due poliziotti di turno potessero accorgersi di nulla. Così intervenne­ro quando l’uomo era senza vita. Il nuovo sistema consente di controllar­e le due celle di sicurezza e le altre due stanze con telecamere apposite e due mega monitor istallati nella sala Volanti e nella sala Operativa.

Ci sono voluti alcuni mesi, ma dopo un suicidio, un’ispezione del garante dei detenuti e un richiamo della Procura, le celle di sicurezza della Questura di Bologna hanno finalmente un nuovo e più efficiente sistema di videosorve­glianza. I fatti di cronaca sono noti: la sera del 22 settembre un senegalese di 39 anni, arrestato per maltrattam­enti in famiglia, si era suicidato in una delle celle di sicurezza di via Agresti impiccando­si con una maglietta ad una grata. In quel momento c’erano solo due agenti, dei quattro previsti da organico, in servizio che non poterono accorgersi di nulla se non quando l’uomo era ormai

Morte del senegalese

Il 23 settembre un arrestato si suicidò, gli agenti non poterono accorgersi di nulla

senza vita. Le indagini successive rivelarono che l’impianto di videosorve­glianza, costituito da un monitor e una sola telecamera per due celle di sicurezza e due stanze per le persone momentanea­mente trattenute, era rotto da tempo. Un sistema che, anche se funzionant­e, era oggettivam­ente insufficie­nte La Procura aveva aperto un’indagine per omicidio colposo nei confronti dei due poliziotti presenti, che in quel momento erano impegnati a sbrigare altre procedure. Il fascicolo è poi stato archiviato alcune settimane dopo, non potendo ipotizzare alcuna ipotesi di reato. Ma nel decreto di archiviazi­one, firmato dal procurator­e Giuseppe Amato, non mancò un richiamo al Questore con l’invito ad affrontare il tema delle modalità di custodia, soprattutt­o riguardo al funzioname­nto degli apparati di videocontr­ollo. Alcune settimane dopo il suicidio il garante dei detenuti Antonio Iannello verificò che l’impianto era ancora mal funzionant­e e a marzo, su sollecitaz­ione della Camera penale, ha

Nuovo impianto

Telecamere fisse per ogni stanza, due maxi monitor con allerta a parete per i controlli

scritto al questore per chiedere aggiorname­nti e la predisposi­zione di un pulsante in ogni cella per chiamare gli agenti al bisogno. Il questore Ignazio Coccia ha risposto per iscritto al garante un mese e mezzo fa, annunciand­o che l’impianto sarebbe stato rimpiazzat­o da un nuovo e più efficiente sistema, che ora è finalmente in funzione. Il nuovo sistema è composto da 2 telecamere fisse, una per ogni cella di sicurezza, ripresa per tutta la sua grandezza; 1 telecamera puntata sull’atrio davanti alle celle; altre 2 telecamere fisse che riprendono per intero le due stanze dedicate alle persone in attesa di accertamen­ti. Sono stati installati due monitor di grandi dimensioni a parete, uno nella Sala Volanti e l’altro in quella Operativa, che permettono la visione simultanea di tutte le telecamere e sono dotati di un sistema di alert in caso di guasti, al contrario di quanto succedeva prima, quando se l’unico monitor presente si bloccava nessuno se ne poteva accorgere. Secondo la Questura a questo punto l’installazi­one di un pulsante di allarme è superflua.

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