Corriere di Bologna

POLITICA, IL MAL COMUNE MA SENZA MEZZO GAUDIO

- Giorgio Conti, BOLOGNA © RIPRODUZIO­NE RISERVATA BOLOGNA BOLOGNA

Non ho mai avuto la pretesa di capirne più dei politici. Per dirla in altro modo, sono stato sempre convinto che siano necessarie qualità particolar­i per gestire un partito o una carica al vertice del Comune o della Regione. Per tale ragione non mi sono mai azzardato a pensare che siano posti dove ci può andare chiunque, ma adesso sto cambiando idea. In un certo senso rimpiango di non avere cercato un posto in politica, poi però vedo come si comportano, per stare a galla e tenersi la poltrona: l’ultima è quella di Merola contro Critelli. Basta aspettare e poi diventerà che hanno fatto pace. Così sto alla larga da questi signori politici, di Bologna e di Roma, visto che sono sempre più avvilito.

BOLOGNA

Caro Conti, lei è avvilito, ma non si senta un caso unico. La sindrome è diffusa e in aumento. Impossibil­e trovarne la causa, per il semplice fatto che i motivi sono troppi. L’allergia alla politica è peggio di quella alle graminacee, poiché non passa finita la primavera. Adesso fa starnutire tanta brava gente, sconcertat­a non dai risultati elettorali ma da come sono stati impiegati i due mesi successivi. Purtroppo in autunno non andrà meglio. Ormai siamo entrati in una fase di rinite perenne e non si vede un farmaco che possa almeno alleviare i sintomi. Ogni tanto crediamo nell’arrivo di un nuovo vaccino, per cui ci si innamora di chi lo butta sul mercato della politica: penso al Renzi dell’inebriante e ormai lontano 40 per cento. Ma dura una breve stagione, come certi fiori temporanei. Ora la vigorosa fioritura è toccata a Di Maio, però già in Friuli qualche petalo è caduto. Diversi signori intraprend­enti hanno sfruttato la corrente ascensiona­le, volando in parlamento o in altri luoghi confortevo­li. La maggioranz­a degli italiani che stanno fuori mischia guarda lo spettacolo in onda nei talk show e si sconforta. Proprio come lei, caro Giorgio, ci sono tante altre persone che dopo avere sperato in recital migliori, oggi tendono a reclinare come fanno i girasoli quando il cielo è grigio. Ciò che avviene a Roma non è meglio del copione offerto dal teatrino bolognese, dove si muovono dei personaggi che appaiono in continua ricerca d’autore, da intendere la voglia di trovare la casella migliore e più protetta. Si dedicano infatti a saltare di qua e di là, lesti ad alleanze altalenant­i per salire sul carro convenient­e o scendere da quello con le ruote sgangherat­e. Forse serve per difendere le poltrone e le rendite, ma non per fare lievitare il prestigio dei ruoli e delle cariche. Una politica ondivaga perde valore e il danno conseguent­e è il mal comune senza però nemmeno mezzo gaudio.

Qualunque commento è superfluo.

I recenti e tragici fatti di cronaca accaduti a Milano (con quattro rapine, un omicidio e tre feriti perpetrati nel giro di poche ore da due marocchini irregolari) documentan­o in maniera inequivoca­bile il fallimento del nostro sistema giudiziari­o soprattutt­o in relazione all’esecuzione della pena.

Tali soggetti erano stati arrestati per un furto il 21 aprile, ma stranament­e il reato viene derubricat­o da furto aggravato a tentato furto per il quale il codice non prevede il carcere preventivo, quindi rimessi in libertà in attesa della condanna che avrà come corollario la pena sospesa. Quando poi, a distanza di anni, verranno sommate le piccole pene e si totalizzer­à un certo numero di anni il soggetto sarà ospite del carcere. Sarebbe opportuno, per ridare un po’ di sicurezza ai cittadini, l’immediata condanna e relativa esecuzione della pena per questi reati definiti minori.

L’incertezza della pena

Le giuste restrizion­i

Leggo sul Corriere di Bologna le polemiche nientemeno di alcuni sindaci di provincia in merito al bando per le auto ibride dell’accesso e parcheggio gratuito in centro a Bologna. Penso che l’acquisto di un’auto ibrida debba essere dettato da una coscienza ecologica e non dal fatto (come purtroppo è) di poter entrare in centro e non (sottolineo) pagare il parcheggio.

Io sono invalida e purtroppo molto spesso non trovo parcheggio un centro per le troppe auto in sosta. Penso che basti dare un contributo in forma di non pagamento del bollo, ma bisogna eliminare le auto dal centro. Quando tutti avranno l’auto ibrida, cosa ci sarà, la fila continua per entrare in centro? prendiamo esempio dall’estero e cominciamo a usare i mezzi pubblici. Ricordo che nel ‘78 ci fu un referendum che sancì l’abolizione delle auto in centro. Ve ne siete dimenticat­i? Mi meraviglio che le lamentele vengano dalle istituzion­i.

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