La disperazione di Maria e tutto il dolore del mondo
IL ROMANZO Mariantonia Avati si addentra nella psiche della madre di Gesù
Che cosa accadde nelle 40 ore trascorse tra la passione e la resurrezione di Cristo? Quali furono le reazioni di apostoli e seguaci e soprattutto cosa avvenne nel cuore della madre, di Maria?
I Vangeli non ci aiutano a penetrare quel momento drammatico, sospeso tra la disperazione, la paura e l’attesa di un evento sovrannaturale, la resurrezione. La tradizione del Cristianesimo antico e alto medievale preferisce puntare sulla predicazione e sul successivo cammino vittorioso della nuova religione. Solo in certi Vangeli apocrifi e dopo l’anno Mille emerge il dolore di Maria.
Mariantonia Avati, figlia del regista Pupi, anche lei donna di cinema, dedica a quelle ore il suo primo romanzo, Il silenzio del sabato. Il filone, bisogna dire, non è originale. Da Ave Mary di Michela Murgia a Lei di Mariapia Veladiano una certa attenzione femminile e femminista si è posata sull’icona di Maria, cercando di renderle una parola, un’esistenza di donna, negata o occultata dalla tradizione.
Il romanzo si colloca, con buona penetrazione, lungo questa direttrice, affrontando soprattutto le sue reazioni di madre al supplizio e alla dipartita del figlio, arrivanvenire. do, in modo allusivo, alla gloria della vittoria sulla morte. Intorno al Cristo sepolto i fedeli disperano, si ritraggono, in attesa di qualche segno che riveli quando ciò che è stato annunciato — la resurrezione — potrà avconcreta Lei, Maria, non ha dubbi: dopo lo strazio che rende attoniti, rinunciando ad abiti puliti, rifiutando di distaccarsi perfino dai resti dei capelli e della carne rimasti sulla corona di spine, incita i cuori deboli alla fe- deltà. Quindi parte, in un viaggio a cercare Lazzaro, per capire cosa voglia dire vincere il freddo della tomba.
Questo romanzo, che ricostruisce con sensibilità una vicenda psichica, tralasciando questioni storiche e dottrinarie, ritorna anche all’indietro in alcune scene soffuse di luce elegiaca, al «sì» pronunciato al giovane che sapeva di cielo da una fanciulla innamorata della vita, alle risate con Gesù, fino a ricostruire fisicamente Maria come una ragazza energica, volitiva.
Nel passato, nei dialoghi nel presente lacerato con altre donne, emerge una figura indomita, che cerca nella sorellanza e nella fedeltà alle idee del figlio la salvezza dal dolore. Una che ha educato il suo ragazzo a pensare «come le mogli, le sorelle, le cugine…», coltivando quelle cose preziose, tradizionalmente appannaggio della donna che sono «la fragilità, la malinconia, la fantasia». E qui l’autrice penetra con emozione contemporanea un aspetto che rende il cristianesimo diverso dal mondo antico: una sensibilità mite, «femminile», capace di assumere su di sé il dolore del mondo.
«Il silenzio del sabato» di Mariantonia Avati, edizioni La nave di Teseo, euro 17.