L’impasse romana, la tregua di Via Rivani
Critelli: resto fino alle Regionali
L’impasse romana e l’ipotesi del voto anticipato stravolgono la Direzione bolognese del Pd, convocata sul nodo del doppio incarico del segretario e deputato Francesco Critelli. Le sue aperture sono bastate alla minoranza per archiviare la questione. Anche perché da qui a breve si dovranno decidere di nuovo le candidature in Parlamento e il pallino è nelle mani di Critelli.
«Resterò fino alle Regionali», ha detto il segretario del Pd bolognese, che per placare gli animi della fronda nata nei circoli dem ha messo sul tavolo la segreteria cittadina del partito, oggi in mano all’assessore Alberto Aitini.
La crisi istituzionale e l’ipotesi del voto anticipato stravolgono la Direzione provinciale del Pd, convocata per affrontare il nodo del doppio incarico (vietato dallo statuto del partito) del segretario provinciale e deputato Francesco Critelli. Ma le sue aperture arrivate in tarda serata sono state sufficienti alla minoranza per archiviare (almeno per un po’) la questione. Anche perché adesso un muro contro muro risulterebbe incomprensibile a tutti. Poi c’è un tema più concreto: da qui a breve si dovranno decidere di nuovo le candidature in Parlamento e il pallino è sempre nelle mani di Critelli.
La minoranza, insomma, non può permettersi di andare adesso incontro a uno strappo. E così passa, ma non all’unanimità, la relazione del segretario, che «capisce il tema affrontato» dai 25 circoli contrari al doppio incarico, ma senza dimettersi, perché ora «serve continuità» alla guida del partito bolognese. Fino alle Regionali la leadership di Via Rivani è salda nelle sue mani. In cambio Critelli offre alla minoranza il ruolo del segretario cittadino. Alberto Aitini, impegnato nel suo nuovo compito di assessore alla Sicurezza, è disposto a dimettersi. Nomi al suo posto non ce ne sono. Era circolato quello del presidente del Navile Daniele Ara, ma l’accordo tra maggioranza e minoranza non si spinge fino a questo punto. L’unanimità ricercata fino all’ultimo però non c’è stata. Se il leader della minoranza, il deputato Luca Rizzo Nervo, ha accolto le aperture di Critelli e la sua area ha votato a favore, a mettersi di traverso sono stati il consigliere regionale Antonio Mumolo e l’ex senatore Sergio Lo Giudice, entrambi di ReteDem, che non hanno partecipato al voto (8 in totale le astensioni, contro 99 voti a favore). Mumolo in particolare non ha escluso la possibilità di un ricorso al comitato di garanzia.
Ma è chiaro che da oggi l’unico pensiero è il ritorno alle urne. E lo sforzo di confermare il risultato ottenuto qui a Bologna, migliore di quello regionale anche se non esaltante, con il centrodestra in alcuni collegi vicini al sorpasso. Visto l’alto tasso di litigiosità non sarà facile rifare le liste. Ci sono da capire tanti aspetti: se riconfermare i parlamentari appena eletti e quelli che non ce l’hanno fatta, oltre all’incognita di una possibile coalizione e quindi del ruolo del leader centrista Pier Ferdinando Casini. Per questo la tensione è tanta. Un segnale: la Direzione, da sempre a porte chiuse, ieri per una buona mezz’ora è stata addirittura a cancelli chiusi, con i cronisti lasciati in mezzo alla strada così da non poter conversare con i dirigenti nel cortiletto interno. Un’immagine di chiusura che non necessitava di ulteriori commenti, tanto che anche i vertici del partito se ne sono accorti optando per il dietrofront.
Malumori
Lo Giudice e Mumolo (ReteDem) non hanno partecipato al voto sulla relazione di Critelli