Simone, l’ultimo dei romantici sacrificato sull’altare del bilancio
Dopo le dichiarazioni di Verdi, la scelta della società delineerà il futuro del Bologna
Più un sogno che una realtà: Simone Verdi che resta a Bologna sarebbe un’idea meravigliosa che farebbe felici sia il talentino che il popolo rossoblù, ma abbiamo la sensazione che non abiti nella testa di Joey Saputo. Anche perché non bisogna dimenticare che il Bologna lo aveva già venduto a gennaio al Napoli, consentendo addirittura sia a Giuntoli che a Sarri di parlare direttamente con il ragazzo nel tentativo di convincerlo. Di sicuro, nel caso in cui la società decidesse di ascoltare il desiderio dello stesso Verdi dettato sabato sera al termine di Juventus-Bologna, ci sarebbe da segnalare un cambio di rotta che a oggi non è previsto, come se emergesse la voglia del proprietario di voltare pagina. È facile fare i conti con i soldi degli altri, ed è anche vero che tante altre sociecalcio tà fanno operazioni in entrata con i soldi ricavati dalle cessioni, ma è inutile nascondere che ci saremmo aspettati di più di questi campionati anonimi targati Saputo. Che nel ci voglia pazienza è sicuro, che una casa debba essere costruita dalle fondamenta e non dal tetto è un connotato indispensabile per andare avanti senza ansie, ma più il tempo passa e più ci rendiamo conto che la svolta del Bologna non è domani o dopodomani, ma vai a sapere quando. Già potremo capire con maggiore chiarezza le idee di Saputo vedendo quanti soldi investirà dal ricavato dalle cessioni di Verdi, Donsah, Masina e Destro: ora come ora è impensabile che uno di questi possa rimanere a Casteldebole. Un conto sarebbe reinvestire una quarantina di milioni, un conto sarebbe utilizzarne sul mercato la metà, perché questa squadra ha chiaramente bisogno di qualità. E la qualità costa. Domenica sera Eusebio Di Francesco, intervistato al termine di Cagliari-Roma, ha detto che l’obiettivo di una squadra lo disegna la società in base al mercato che fa: giustissimo. Vale anche per il Bologna. E se l’obiettivo del Bologna è fare un altro campionato anonimo per arrivare a una salvezza tranquilla, nessuno poi dovrà chiedere a Donadoni di confezionare un’annata più bella e costruttiva di questa. Perché ora hai Verdi, il prossimo anno chissà chi giocherà al suo posto. I tifosi si aspettano da Saputo un impegno maggiore sulla gestione tecnica di quanto il chairman ha fatto fin qua: è bello intervenire sulle infrastrutture, ma se alla fine la squadra diverte poco e non ha la qualità che serve in serie A, la città perde fiducia e si immalinconisce. Ecco il motivo per il quale ora è fondamentale che Saputo batta un colpo: il problema non è Donadoni come pensa la gente, ma una società che fino a questo momento sul lato calcistico ha evidenziato diverse carenze. Verdi non ha ancora perso tutte le speranze di poter rimanere dove è felice, ma anche lui sa che il Bologna non vede l’ora di venderlo per fare cassa: certo, è strano avere un ragazzo che vuole restare e che, con un proprietario ricco come Saputo, debba andare via. Specialmente abituati come eravamo a giocatori che volevano andare via da Bologna per crescere e fare il salto di qualità.