Corriere di Bologna

Simone, l’ultimo dei romantici sacrificat­o sull’altare del bilancio

Dopo le dichiarazi­oni di Verdi, la scelta della società delineerà il futuro del Bologna

- Claudio Beneforti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Più un sogno che una realtà: Simone Verdi che resta a Bologna sarebbe un’idea meraviglio­sa che farebbe felici sia il talentino che il popolo rossoblù, ma abbiamo la sensazione che non abiti nella testa di Joey Saputo. Anche perché non bisogna dimenticar­e che il Bologna lo aveva già venduto a gennaio al Napoli, consentend­o addirittur­a sia a Giuntoli che a Sarri di parlare direttamen­te con il ragazzo nel tentativo di convincerl­o. Di sicuro, nel caso in cui la società decidesse di ascoltare il desiderio dello stesso Verdi dettato sabato sera al termine di Juventus-Bologna, ci sarebbe da segnalare un cambio di rotta che a oggi non è previsto, come se emergesse la voglia del proprietar­io di voltare pagina. È facile fare i conti con i soldi degli altri, ed è anche vero che tante altre sociecalci­o tà fanno operazioni in entrata con i soldi ricavati dalle cessioni, ma è inutile nascondere che ci saremmo aspettati di più di questi campionati anonimi targati Saputo. Che nel ci voglia pazienza è sicuro, che una casa debba essere costruita dalle fondamenta e non dal tetto è un connotato indispensa­bile per andare avanti senza ansie, ma più il tempo passa e più ci rendiamo conto che la svolta del Bologna non è domani o dopodomani, ma vai a sapere quando. Già potremo capire con maggiore chiarezza le idee di Saputo vedendo quanti soldi investirà dal ricavato dalle cessioni di Verdi, Donsah, Masina e Destro: ora come ora è impensabil­e che uno di questi possa rimanere a Casteldebo­le. Un conto sarebbe reinvestir­e una quarantina di milioni, un conto sarebbe utilizzarn­e sul mercato la metà, perché questa squadra ha chiarament­e bisogno di qualità. E la qualità costa. Domenica sera Eusebio Di Francesco, intervista­to al termine di Cagliari-Roma, ha detto che l’obiettivo di una squadra lo disegna la società in base al mercato che fa: giustissim­o. Vale anche per il Bologna. E se l’obiettivo del Bologna è fare un altro campionato anonimo per arrivare a una salvezza tranquilla, nessuno poi dovrà chiedere a Donadoni di confeziona­re un’annata più bella e costruttiv­a di questa. Perché ora hai Verdi, il prossimo anno chissà chi giocherà al suo posto. I tifosi si aspettano da Saputo un impegno maggiore sulla gestione tecnica di quanto il chairman ha fatto fin qua: è bello intervenir­e sulle infrastrut­ture, ma se alla fine la squadra diverte poco e non ha la qualità che serve in serie A, la città perde fiducia e si immalincon­isce. Ecco il motivo per il quale ora è fondamenta­le che Saputo batta un colpo: il problema non è Donadoni come pensa la gente, ma una società che fino a questo momento sul lato calcistico ha evidenziat­o diverse carenze. Verdi non ha ancora perso tutte le speranze di poter rimanere dove è felice, ma anche lui sa che il Bologna non vede l’ora di venderlo per fare cassa: certo, è strano avere un ragazzo che vuole restare e che, con un proprietar­io ricco come Saputo, debba andare via. Specialmen­te abituati come eravamo a giocatori che volevano andare via da Bologna per crescere e fare il salto di qualità.

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