EFFETTI SPECIALI VENTI TAPPE NEL CINEMA
Si apre oggi la mostra che anticipa il Future Film Festival dedicata alla storia dei trucchi cinematografici: attraverso una serie di tablet posizionati in casette di legno, i visitatori potranno conoscere il «making of» dei principali titoli che hanno fa
Venti tappe, esattamente quanti sono gli anni del Future Film Festival che, in attesa di tornare dal 29 maggio al 3 giugno, ripercorre la storia degli effetti speciali. Attraverso una mostra che verrà inaugurata oggi alle 18 nella Piazza coperta di Salaborsa intitolata a Umberto Eco, alla presenza dei direttori artistici del festival, Giulietta Fara e Oscar Cosulich.
Allestita fra casette di legno e arredi vintage pronti ad accogliere i visitatori, che sino all’11 giugno potranno esplorare 20 tablet contenenti i «making of» di pietre miliari nello sviluppo degli effetti visivi. A partire dai primordi del cinema, come si può evincere già dal titolo scelto per il percorso, Is it future is it past», che fa riferimento a una frase di Twin Peaks di David Lynch, «Questo è il futuro o il passato?». Il primo percorso di questo tipo in Italia parte dall’immortale Le voyage dans la lune di Georges Méliès, a tutti gli effetti padre fondatore del nuovo linguaggio grazie ai suoi effetti mirabolanti, che divennero ben presto strumenti indispensabili per tutti coloro che si avvicinavano al cinema nascente. Anche l’Italia è presente con La guerra e il sogno di Momi, che nel 1917 segnò il sodalizio tra il regista Giovanni Pastrone e l’animatore Segundo de Chomòn. Lungo il cammino non poteva mancare Metropolis, capolavoro espressionista di Fritz Lang con la sua raffigurazione di un futuro distopico esaltata da invenzioni in grado di rendere enormi oggetti ed edifici in miniatura. E poi, ancora, kolossal come il primo King Kong del 1933, denso di esperimenti per cercare di contenere i costi, e il giapponese Godzilla del 1954, con il suo mondo postatomico miniaturizzato per enfatizzare il gigantesco sauro umanoide, dentro la cui tuta in gomma si celava un attore. Le tecniche legate all’animazione sono esplorate con dovizia, arrivando sino a Walt Disney con Mary Poppins, Oscar 1965 per i migliori effetti speciali. La fantascienza è uno dei maggiori serbatoi di innovazione,
grazie anche a capolavori come 2001: Odissea nello spazio di Kubrick, con la vorticosa slit-scan finale, e Star Wars di Lucas per la cui realizzazione il regista fondò la sua Industrial Light & Magic. Più di recente ecco Blade Runner di Ridley Scott, Tron che a inizio anni 80 comincia a incrociare cinema e videogames e le evoluzioni della motion capture in Avatar di Cameron e nella trilogia de Il signore degli anelli di Peter Jackson. Il viaggio si conclude con il recentissimo Ready Player One di Spielberg e la sua immersione nella realtà virtuale.