Corriere di Bologna

«Il giallo-verde durerà Chi ci ha lasciato rifletta»

«Le critiche di Orlando? Io resto a sinistra ma non lavoro contro Renzi»

- Romanini

Si va verso la formazione di un governo formato da Movimento Cinque Stelle e Lega. Che ne pensa?

«Se davvero finirà così — spiega il deputato Pd, Andrea De Maria — ci troveremo di fronte al governo più di destra della storia della Repubblica perché se le linee programmat­iche dei Cinque Stelle sono incerte quelle della Lega sono molto chiare e si richiamano alla destra sovranista europea di Orban e della Le Pen. Questo aumenta la nostra responsabi­lità, il partito deve impegnarsi a difendere i valori della nostra Costituzio­ne».

Pensa che l’alleanza giallo-verde sia qualcosa di solido anche per il futuro?

«Quello che c’è tra Lega e Cinque Stelle non è un rapporto episodico, è frutto di una storia più lunga».

Se si alleano qui in Emilia alle elezioni amministra­tive e alle regionali il centrosini­stra rischia di perdere ovunque.

«Piano, intanto le elezioni politiche e le amministra­tive sono diverse e poi credo che gli elettori di sinistra dei Cinque Stelle si faranno delle domande adesso. Di sicuro noi per vincere dovremo impegnarci ancora di più».

Che cosa direbbe ad un elettore del Pd che ha votato Cinque Stelle perché i dem non erano abbastanza di sinistra?

«Io credo che molti abbiano votato per i Cinque Stelle perché erano critici verso le politiche del centrosini­stra ma anche perché erano stanchi dei continui litigi tra di noi e il risultato elettorale di Liberi e Uguali conferma che l’irritazion­e era diffusa nei confronti di tutti. Io li inviterei a riflettere sulle conseguenz­e di quel voto perché la liason con la Lega non è una cosa improvvisa­ta e quelle posizioni rappresent­ano la destra, non quella liberale e lisinistra, berista, ma quella sovranista e populista».

Resta il fatto che l’alleanza tra la Lega e i Cinque Stelle rompe l’assetto dell’attuale sistema politico italiano. La sfida per il Pd è un po’ più complessa che ricucire con la sinistra che vale il 3% a livello nazionale.

«Sicurament­e. Il progetto è ambizioso: bisogna costruire una stagione di riformismo europeo adeguata alla sfide del nuovo secolo».

Cosa succederà all’assemblea del Pd del 19 maggio?

«Sarà un passaggio delicato e importante dove deve aprirsi una fase nuova per tutta la comunità politica: speriamo che non riparta il trip delle conte interne».

A proposito di trip, il ministro Orlando l’ha scaricata perché lei ha firmato un documento con i renziani.

«Io sono e resto nell’area della sinistra dem che fa riferiment­o a Gianni Cuperlo, ma ho un mio profilo di autonomia e mi sono battuto per stare in squadra, per privilegia­re l’unità del partito. Io resto sempre nello stesso posto, a ma vengo dal Pci e sono stato educato in un certo modo rispetto alle correnti».

Ma lei è diventato renziano nel momento in cui Renzi non è più segretario?

«Renzi c’è ed è un importante dirigente del Pd. Ripeto: resto a sinistra ma lavoro per l’unità, ovunque».

Ha provato a ricompatta­re il partito anche a Bologna. Si è trovata una tregua sul segretario Pd, Francesco Critelli che si è impegnato a restare alla guida del partito per un anno fino alle regionali e a cedere un po’ di potere dando il ruolo di coordinato­re cittadino del partito alle minoranze. Missione riuscita?

«Io vedo che nell’ultima direzione del partito si è ritrovato il filo dell’unità. Io sto in squadra e lavoro sempre per l’unità.

Ha scritto un libro sull’unità della sinistra con Merola ed è andata come è andata.

«Adesso ne stiamo scrivendo un altro e stiamo pensando al titolo».

” «Grillo con la Lega? Alleanza non episodica, dovremo lavorare di più alle Amministra­tive»

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