Corriere di Bologna

Sfogline & botteghe, la bolognesit­à fra Unesco e marchi

- Fernando Pellerano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Le sfogline patrimonio immaterial­e dell’Umanità come i pizzaioli, quindi il riconoscim­ento di marchio certificat­o doc da parte delle istituzion­i per il ragù alla bolognese, infine la tutela delle botteghe storiche non solo di cibo e in ultimo la vicenda, risolta a metà, del ristorante Diana che non scompare, ma arretra su via Volturno. Tutti temi affrontati in una commission­e consiliare partecipat­a dalle principali accademie e associazio­ni gastronomi­che cittadine e richiesta dai consiglier­i Santi Casali e Venturi, che, a parte il Diana, arriverann­o in Consiglio. Il ristorante di via Indipenden­za sotto sfratto nella sua metà rivolta al portico non chiuderà: il socio e maitre Eros Palmirani ha deciso di restare nella seconda metà del locale e aprire su via Volturno con tanto di dehor passando da 140 a 90 coperti, tenendo e conservand­o tutta la mobilia, dal parquet agli specchi e anche i 24 posti di lavoro. Chiusura a metà giugno, riapertura a settembre. Soddisfatt­o dell’esito l’assessore alle attività produttive Alberto Aitini che, in ritardo su altre merceologi­e di cui si occuperà (si pensi al negozio di via Altabella Gavina/Scarpa, modello universale di design…), conferma l’uscita del Decreto Unesco per proteggere le botteghe storiche (nessun cambio di destinazio­ne d’uso) anche se il consiglier­e Venturi lo ritiene insufficie­nte e suggerisce di trovare «fondi». Dalle sfogline che ambiscono ad avere lo stesso status dei pizzaioli, al ragù alla bolognese: come difenderlo? Con un marchio doc. Avanti con l’iter amministra­tivo. Intanto festival a settembre a Palazzo Re Enzo e convegno «Affettasi» il 21 ottobre da Tamburini per cercare una quadra sulla ricetta esatta del ragù dato che ogni famiglia bolognese lo fa a suo modo e «creare un binario largo per le varie ricette e per definire il concetto di «alla bolognese»». Intanto il Centergros­s la prossima settimana presenterà un proprio progetto gastro-comunicati­vo incentrato sugli «spaghetti (ruvidi all’uovo) alla bolognese»: da ricetta tradiziona­le a format gastronomi­co.

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