C’è un Bologna che vince Massaggiatori e fisioterapisti alla corte dei grandi club
Gianni Bianchi da 11 anni raccoglie successi a Monaco
Massaggi e scudetti. C’è il Bologna di oggi che annaspa e costruisce campionati anonimi e ci sono tre suoi figli che hanno fatto diventare la scuola di fisioterapia del Bologna un’autentica fabbrica di gioie e trionfi. Potranno gonfiare il petto il dottor Gianni Nanni e il dottor Giovanni Sisca che li hanno visti crescere e diventare grandi negli spogliatoi di Casteldebole. Stiamo parlando di Gianni Bianchi, da una mezza vita al Bayern Monaco, di Gianluca Scolaro fisioterapista della Juventus e di Giorgio Gasparini, uno dei massaggiatori della Lazio.
La storia di Bianchi è una favola tutta da raccontare. Lasciò Bologna e il Bologna 11 anni fa, Luca Toni lo aveva scelto come suo fisioterapista personale una volta che era stato ceduto al Bayern. Da allora Gianni ha vinto tanto di quello che c’era da vincere. Sentite un po’ qua: per 8 volte ha fatto festa per la conquista della Bundesliga, ha vinto 6 Coppe di Germania, «e il 19 maggio ci giocheremo la settima contro l’Eintracht di Francoforte di Niko Kovacs, che sarà il nostro futuro allenatore». Finito? Non scherziamo: ha vinto anche una Champions League nel 2013, e ne ha perse due in finale, «quella contro l’Inter e quella giocata sul nostro campo contro il Chelsea ai rigori, una sconfitta che mi fa ancora tremendamente male per come è arrivata».
Campasse mille anni, Bianchi non smetterebbe mai di ringraziare Toni che gli ha cambiato la vita, ma attenzione, ci ha messo anche tanto del suo, perché da anni Toni non è più a Monaco eppure Gianni al Bayern è rimasto a furor di popolo. «Lavoro in una società che è il top, per me è la migliore al mondo, quando arrivai i dipendenti erano 350, ora siamo 1.200. Qual è il nostro segreto? Siamo una grande famiglia allargata, e il merito è dei grandi campioni di ieri che hanno umanizzato il Bayern. Rumenigge e Hoeness sono sempre con noi, e da tutti noi pretendono
” Lavoro in una società che è al top e sono l’unico italiano in uno staff tutto tedesco, Bologna è la mia città e ogni volta che torno mi emoziono
il tu. Pensate che sono l’unico italiano in uno staff tutto tedesco, ora è tutto bello e meraviglioso, ma non vi nascondo che è stata dura».
Sì, perché proprio per Toni Bianchi si scontrò spesso con un medico che per il Bayern e mezzo mondo è un autentico santone, Hans Wilhelm Muller Wohlfahrt. «Ricordo che io ripetevo che Luca poteva giocare, alla fine ce la feci a convincerli tutti e da quel momento è come se avessi conquistato anche la sua stima. Inutile nascondere che i tanti gol segnati da Toni per certi versi diventarono anche un mio cavallo di battaglia».
Da 9 anni Bianchi lavora su Ribery, e se il francese gioca ancora a calcio dopo quello che ha dovuto superare a livello fisico il merito è di questo fisioterapista bolognese che a Bologna ha lasciato un pezzo di cuore: «È la mia città, tutte le volte che torno mi emoziono, solo il lavoro poteva separarmi». Le sue mani d’oro le pretendono anche Robben («mi ha voluto anche nella sua nazionale»), Lewandowski, Muller, Thiago Alcantara e… almeno un paio di grandi squadre italiane. «Guadagnerei tanti più soldi, ma il Bayern è lassù, è il top e per ora non mi muovo».