Corriere di Bologna

Stasera c’è il Verona «Più dura di una finale»

L’allenatore della Fortitudo e la Tezenis da affrontare stasera: sono carichi di fiducia, un quarto più duro di una finale

- di Enrico Schiavina

” Sono organizzat­i, cresciuti nel tempo dopo momenti travagliat­i all’inizio, grazie al lavoro di Dalmonte

Nove giorni a parlar di Verona e oggi per la Fortitudo è venuto il momento di andare a vedere le carte. Iniziano i quarti di finale, finalmente vien da dire, perché l’attesa dopo il 3-0 su Agrigento è stata lunga e sulla Tezenis che scende stasera in piazza Azzarita se non sono sentite tante, anche discordant­i tra loro.

«Sono una squadra del tutto diversa da quella di inizio stagione — prova a leggerla Gianmarco Pozzecco — anche loro cresciuti molto accorciand­o le rotazioni a sette-otto uomini. Hanno già vinto due volte fuori casa nei playoff e sono carichi di fiducia, toccherà a noi provare a spegnerla, facendogli subito capire che sarà dura. Mi aspetto una lunga battaglia, e non mi prendo più del 50 per cento del pronostico».

Si gioca stasera e mercoledì al PalaDozza, attesi anche un buon numero di tifosi gialloblù: fare il pieno nelle prime due partite in casa è ovviamente fondamenta­le, ma la sensazione è che in una serie del genere ci stia tutto, vittorie esterne, rimonte, ribaltoni. «Siamo la Fortitudo e la pressione è su di noi, come è normale. Tutto sta nel gestire le emozioni in modo positivo, godendo dei momenti belli e dimentican­do quelli brutti, che ci saranno» sintetizza un Pozzecco tranquillo. Che tra i suoi compiti ha di nuovo quello di scegliere un uomo da mandare in tribuna perché, recuperato Chillo, ha di nuovo undici giocatori sani per dieci posti.Come tutti il Poz ha avuto il tempo di studiarla questa Verona, capire se è davvero la squadra perfetta per dar fastidio ai suoi.

«Organizzat­a, cresciuta nel tempo attraverso il gran lavoro di Luca Dalmonte, dopo momenti travagliat­i all’inizio. È un quarto di finale durissimo, anche più duro di una possibile semifinale o finale». Si incrociano due squadre che per certi aspetti sono l’una il contrario dell’altra, la Tezenis piena di giovani e pensata per il domani contro la Consultinv­est zeppa di veterani disegnata per vincere subito, gli uni trascinati da una coppia americana in gran spolvero (Jones nelle tre con Legnano ha sfiorato i 20 di media col 57% da tre, Greene nell’ultima ne ha messi 28), gli altri con un unico americano ai minimi storici, anche se almeno Okereafor è in crescita.

Ma forse è sbagliato anche descrivere Verona come un treno in corsa: gli ottavi con Legnano, che era decimata dalle assenze, li ha passati 3-0 ma rischiando in tutte tre le partite: 2, 6 e 5 punti di scarto, una faticaccia soprattutt­o l’ultima, ripresa dopo essere stata sotto di 10 a metà terzo. Verona ha sofferto moltissimo soprattutt­o a rimbalzo, sotto canestro il suo pacchetto lunghi, con Poletti che è l’unico italiano esperto più i vari Totè, Nwohuocha e lo stesso Jones, non si direbbe formidabil­e.

Inoltre, persi per strada un paio di giocatori (Maganza a inizio stagione, il promettent­e Visconti a febbraio), Verona non ha tutta questa profondità che si crede. Ed è tutto da vedere chi avrà dalla sua il fattore freschezza.

La pressione è su di noi, come è normale. Tutto sta nel gestire le emozioni in modo positivo

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