Donadoni, un allenatore nel mirino «Lavorerò per farvi cambiare idea»
Cori contro il tecnico, ombrello per le critiche al club. Battuta al veleno su Pairetto
Roberto Donadoni è un tecnico nel mirino. Il ko contro il Chievo ha segnato un’altra frattura tra il tecnico e la gente di Bologna, ancora più profonda, e per quanto sia ingiusto additare l’allenatore bergamasco come primo o peggio ancora unico responsabile della situazione (quando si fanno certe stagioni le colpe sono di tutti, in primis chi comanda) i fatti del Dall’Ara di ieri sono evidenti. Prima i fischi al cambio di Destro, poi un coro con un «vaffa» di grillina memoria e infine il richiamo a quella frase infelice, con «Donadoni pagaci il biglietto»: un tris difficile da ignorare. Pensare a una ripartenza con certe basi pare complicato, ma il tecnico non si sottrae: «Come volete che viva un momento così? Vorrei che tutti incitassero in modo positivo, ma io non posso fare altro che cercare di convincere col mio lavoro e vorrei che tutti fossero soddisfatti di ciò che vedono».
La domanda sorge spontanea: come può ripartire l’uomo e l’allenatore Donadoni, sotto contratto per un’altra stagione? «Esattamente come ora — ribatte lui — cercando di impegnarmi ancora di più e sapendo che è necessario fare qualche sforzo per migliorare». All’ultima, disastrosa, recita casalinga, viene naturale parlare più del domani che di un’altra partita da dimenticare. E nel Bologna che verrà chissà se ci sarà Verdi, l’unica differenza tra i rossoblù e una squadra che retrocede con pieno merito. Un bel brivido ripensando alla cessione sventata a gennaio: «Brava la società a trattenerlo, ma prima di tutto devo dire bravo lui a rimanere. È uno che ti permette il salto di qualità, se riusciremo ad averlo ancora sarà un punto di partenza importante: a breve sapremo cosa deciderà. A fine gara era deluso per una sconfitta che non si meritava, quindi era amareggiato. Se scommetterei su una squadra migliore? Se non pensassi questo sarei sciocco, lavoreremo per averla ma non penso ci saranno rivoluzioni».
Quanto alla partita, non c’è tantissimo da commentare. Tra i capi di imputazione del tecnico c’è anche il cambio di Destro al 51’ ma Donadoni previene la domanda: «Ha finito il primo tempo che non ne aveva più, ho cercato di tenerlo un po’ in campo ma era davvero in debito perché nelle ultime settimane si è allenato a sprazzi. Anche Palacio aveva i crampi e dopo anche Poli». L’allenatore però nega che il crollo di questo girone di ritorno sia dovuto a questioni atletiche, lancia una stilettata a Pairetto («col Chievo ha buona tradizione») e riavvolgendo il film del campionato analizza: «Questa gara è la sintesi di tante, dove ci manca poco per cambiare il trend ma una situazione negativa fa pendere l’ago della bilancia di là. Quando chiudi l’annata con un risultato negativo è giusto che la gente non sia contenta: i primi delusi e amareggiati sono i giocatori insieme al sottoscritto, facciamo mea culpa. Io prima di tutti».
” Come volete che viva un momento così? Vorrei che tutti incitassero in modo positivo, ma io non posso fare altro che cercare di convincere col mio lavoro e vorrei che tutti fossero soddisfatti di ciò che vedono