«Turisti nelle vite della nostra storia»
«Narrare la città attraverso le biografie», secondo Roberto Grandi è un «modo interessante e originale che come istituzioni stiamo perseguendo». Così fa L’Ibc, con il progetto sugli scrittori che coinvolge Salaborsa e così fala Certosa. «E — annuncia il presidente dell’Istituzione Musei (che gestisce anche il cimitero monumentale)— arriveremo anche a digitalizzare tutte le targhe disseminate in città che indicano dove è nato o vissuto un determinato personaggio».
Professore, forse anche pochi bolognesi sanno per esempio che casa Marconi è dietro la Questura di via IV novembre...
«Infatti, lì, sul palazzo dove è nato Guglielmo Marconi c’è una targa. Anche questa sarà digitalizzata: costruiremo una mappatura dei luoghi contrassegnati da targhe di questo tipo e si penseranno percorsi turistici».
Un nuovo modo di raccontare la città?
«Prima si prediligevano percorsi a tema come la Bologna segreta, quella rinascimentale o delle acque. Sono itinerari che vanno benissimo, ora si possono aggiungere quelli legati alle biografie».
Biografie solo di personaggi della cultura come scrittori o musicisti?
«No, anche di imprenditori, artigiani, personaggi storici, e naturalmente scienziati e accademici della nostra antica Università. Coloro che, in qualche modo, hanno inciso sull’evoluzione della città. Ma ricordiamoci che c’è un’altra città accanto a quella che percorriamo ogni giorno, che ha molto da raccontare».
Si riferisce alla Certosa?
«È la città di chi ha lasciato qui la sua memoria. A parte i percorsi che organizziamo da tempo, le biografie sono già tutte raccolte sul sito storiaememoriadibologna.it/certosa. Si trovano le persone sepolte a cui è dedicato un monumento. E di ognuna è raccontata la sua vita».
I nomi sono elencati in ordine alfabetico?
«Sì ma stiamo procedendo anche sul sito a dividerle per argomenti. Già lo facciamo con i percorsi a tema. Alcune storie sono molto curiose».
Ce ne racconta una?
«In Certosa c’è un monumento a Gioacchino Murat vestito da ussaro. In realtà è scolpito da Vincenzo Vela sopra la tomba della figlia Letizia che si era sposata a Bologna con Guido Taddeo Pepoli. Lei lo fece per poter offrire un monumento al padre che non aveva nemmeno avuto una sepoltura: fu infatti fucilato a Pizzo Calabro e i suoi resti furono presumibilmente sparsi in mare».
” Progetti C’è una targa sul palazzo dove è nato Marconi Costruiremo una mappa e percorsi dei luoghi così