Tre architetti e il trasloco in via Petroni «Può rinascere»
Il colloquio
Vivono tutti e tre in via Petroni gli architetti dello studio Miro: Riccardo dal 2005 a pochi passi da piazza Verdi (in un interno), poi Giacomo tre anni dopo sotto il portico vicino a piazza Aldrovandi, ultima Valentina quattro anni fa al centro della via lato ovest. «Nonostante tutto ci crediamo», dicono all’unisono, «non l’abbandoniamo, via Petroni può rinascere». La riqualificazione stradale di due anni fa è figlia di un percorso partecipativo curato da loro con altri colleghi riuniti nella sigla GArBo e il cui progetto è stato adottato dal Comune. «Le cose sono migliorate, basti pensare a come si è liberato il portico, visivamente e non solo, senza più parcheggi: ci si attendeva però un secondo step». Tipo? «Creare un’identità della strada, con uno studio di marketing urbano che poi possa coinvolgere residenti e frequentatori», dice Giacomo. Invece niente. «È il niente delle autorità che respiriamo ogni giorno: è brutto da dire ma servirebbe una deterrenza più evidente da parte delle forze dell’ordine, presenti, che però non agiscono. È possibile che abbiano paura di intervenire?», chiede Valentina. «E’ strano che un cittadino, come capitato l’altra sera a qualcuno del comitato, chiami le autorità e non arrivi nessuno», aggiunge Giacomo. «Io dalle mie finestre vedo tutto. Dopodiché vivo qui e adotto escamotage come usare la bici. I taxi a volte si rifiutano di accompagnarti fin sotto casa». Rimedi e soluzioni più… “architettoniche”? «Soluzioni politiche: la città torni a offrire altri luoghi d’attrazione e d’interesse per i ragazzi. Io da piccolo andavo al Link che richiamava migliaia di giovani, poi c’era il Tpo e il Livello: chiusi quelli, la gente s’è riversata qui, per la strada. Perché non attivare i giardini di Filippo Re estate e inverno? Servono valvole di sfogo, la città è piena di aree da riqualificare, capannoni dismessi», dice Giacomo. E i container del Village? «Funzionano nell’attrarre gente diversa, ma troppa offerta di somministrazione per una zona già carica».