Corriere di Bologna

Le misure decise al summit Linea dura per lo spaccio e subito azioni sul campo

- Maria Centuori © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Da una parte gli schiamazzi notturni, capannelli di ragazzi — universita­ri e non — che trascorron­o la serata fino a notte fonda in piazza Verdi, accompagna­ti da sottofondi musicali che siano bonghi o cori, poco conta. Dall’altra la «partita» dello spaccio, divisa tra gambiani e ghanesi da piazza Rossini fino a piazza Verdi, tunisini e maghrebini a sud, fino a piazza Puntoni. Il tutto su un tappeto di cocci di bottiglia con gli onnipresen­ti venditori abusivi di birre. Nel mezzo il Teatro Comunale e una piazza che resta il cuore della zona universita­ria. Storie di ordinaria quotidiani­tà, a cui si aggiungono i finesettim­ana come quelli trascorsi: rave non autorizzat­i e bonghi suonati fino a notte fonda con due denunce del Comitato di via Petroni contro le presunte omissioni delle istituzion­i. La situazione è chiara. Gli interventi anche. Palazzo Caprara non ha dubbi: la macchina della sicurezza è in moto, va solo oliata. E poi dritti con azioni in campo fin da subito: «Abbiamo concordato di affinare i meccanismi di coordiname­nto interforze — spiega il prefetto Matteo Piantedosi — per garantire sia i normali servizi di controllo del territorio, sia l’attività specifica su piazza Verdi: mi scuso se non scendo nei particolar­i, ma si tratta di dinamiche tecniche interne alle varie forze». Diverse forze impiegate e conseguent­i responsabi­lità. Ieri alla riunione a Palazzo Caprara il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica ha sciolto alcuni nodi. Nuove misure e regole d’ingaggio. Sia per il binario della quiete pubblica, sia per quello dello spaccio. Su questo punto è passata la linea dura che si aggiunge agli interventi di polizia, carabinier­i e Guardia di finanza già all’ordine del giorno. Non c’è mattina, infatti, che in direttissi­ma non ci sia un arresto fatto in zona universita­ria da agenti e militari dell’Arma in borghese nel quadrato tra piazza Rossini, piazza Aldrovandi, via Petroni e piazza Puntoni. La linea dei mini-daspo per allontanar­e i pusher, da sei mesi in vigore per il parco della Montagnola, non è stata esclusa ma non sarà adottata subito dal prefetto. L’estensione a piazza Verdi era già stata annunciata per l’estate, non appena fosse stato disponibil­e un bilancio della prima applicazio­ne. Al giro di vite con i servizi ad hoc antidroga, potrebbero aggiungers­i servizi mirati e in grande stile come avvenuto di recente in Montagnola. C’è poi il tema della musica e degli schiamazzi che chiama in causa i vigili urbani deputati al rispetto dei regolament­i comunali: eventualme­nte le forze dell’ordine andrano in ausilio. Il piano è stato definito, ora si aspettano i fatti su cui lo stesso prefetto ha rassicurat­o:«Dopo gli annunci devono seguire risultati veloci e tangibili». Soluzioni tempestive e più polizia. È quanto chiede in un’interrogaz­ione parlamenta­re il deputato di Forza Italia, Galeazzo Bignami: «La situazione per i residenti è ormai insostenib­ile — spiega —. E, oltre a tutelare la loro salute e il diritto alla tranquilli­tà, c’è un messaggio chiaro di legalità da far passare. Piazza Verdi non può più essere una zona franca».

” Piantedosi Dopo gli annunci devono seguire risultati veloci e tangibili. Abbiamo concordato di affinare i meccanismi di coordiname­nto tra le diverse forze in campo

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