Profughi, a Bologna 500 in più
Trovati 1.000 posti con il bando Sprar, procedure lente per la diffidenza dei privati
Ci sono Comuni, i soliti, che continuano ad accogliere a singhiozzo, al di sotto della quota pattuita dal Viminale, mentre Bologna resta la città con più richiedenti asilo ospitati. E poi c’è il passo spedito del bando Sprar (Sistema protezione internazionale per richiedenti asilo e rifugiati) della Città metropolitana, con Asp capofila, che supera la fase emergenziale e avvia un’accoglienza strutturata. Ad oggi il bando ha attivato 747 posti (il 55%) dei 1.350 previsti per questo primo anno (2.670 fino al 2019). È la fotografia dell’accoglienza dei profughi in tutta la Città metropolitana.
Ci sono Comuni, i soliti, che continuano ad accogliere a singhiozzo, al di sotto della quota pattuita dal Viminale, mentre Bologna resta la città con più richiedenti asilo ospitati. E poi c’è il passo spedito del bando Sprar (Sistema protezione internazionale per richiedenti asilo e rifugiati) della Città metropolitana, con Asp capofila, che supera la fase emergenziale e avvia un’accoglienza strutturata. Ad oggi il bando ha attivato 747 posti (il 55%) dei 1.350 previsti per questo primo anno (2.670 fino al 2019). È questa la fotografia dell’accoglienza dei profughi scattata a quattro anni dall’inizio dell’emergenza «Mare Nostrum». Tra i Comuni più virtuosi resta invariata la posizione di Bologna, tenendo conto anche del fatto che da luglio 2014 automaticamente accoglie richiedenti asilo all’hub di via Mattei, prima che vengano poi trasferiti nelle strutture di accoglienza straordinaria (Cas), nei diversi comuni della provincia e della Regione. Numeri che restituiscono l’immagine di uno squilibrio evidente: non tutti i Comuni riescono a mettere a disposizione strutture. Un po’ per la difficoltà di trovarne da affittare, un po’ per la diffidenza dei cittadini o perché quelle a disposizione sono già occupate. Ad ogni modo la maglia nera dell’ospitalità va al Comune di Casalecchio che dovrebbe accogliere 119 migranti ma ne ospita 100 in meno. Va detto che gli sforzi dei distretti in questi mesi di arrivi e di accoglienza sul territorio da parte di tutte le amministrazioni sono stati tanti. Non abbastanza però, visto Roma chiede di più. Un anno fa, per esempio, la Pianura Est aveva un saldo negativo di 284 ospiti, che ha ridotto a 158, ospitandone 363, ma il Viminale ha deciso che quel distretto può assorbire fino a 521 persone. Il distretto di Imola, invece, dall’anno scorso ad oggi non ha cambiato i propri numeri. Anzi ne accoglie meno. Se un anno fa il saldo negativo era di 222 richiedenti asilo, oggi è salito a 241. Sotto le Due Torri le persone accolte sono 1.339 (0,34% rispetto alla popolazione residente), ma per il ministero dell’Interno dovrebbero essere 773, dunque ben 566 in più. E 30 richiedenti asilo (minori non accompagnati) sono ospitati dalle famiglie che hanno aderito al progetto ad hoc Vesta. Dall’altra parte c’è il passo spedito del bando Sprar, il primo così concepito in Italia e per cui è arrivato il plauso di Anci: perché permette il passaggio dall’accoglienza di emergenza a quella programmata. Dura fino a tre anni e ai
Da questa estate Villa Aldini e il centro Zaccarelli passeranno da Cas a Sprar
migranti garantisce borse di studio, tirocini e sei mesi d’affitto per coloro che avendo ottenuto lo status di rifugiato, possono uscire dai centri di accoglienza. Il maxi bando Sprar per tutti i comuni della Città metropolitana sarà finanziato da Roma per un totale di 66 milioni di euro. Ad oggi, Asp - città di Bologna, capofila del progetto, ha in attivo 747 posti, di questi quasi la metà (305) sono frutto delle prime conversioni dei Cas in strutture Sprar. Il numero dei posti a fine estate arriverà almeno a 1.080 (l’80% su 1.350 prefissati). Le prossime strutture che cambieranno l’etichetta sul campanello saranno Villa Aldini in via dell’Osservanza e il centro Zaccarelli. Villa Aldini è stata la prima struttura ad aprire le porte ai migranti a febbraio 2014, quando non si potevano immaginare i numeri degli sbarchi, degli arrivi e dell’accoglienza in città. Una partita delicata che non è cambiata neanche a fronte di un crollo degli arrivi. Gli sbarchi sono calati drasticamente e di conseguenza il numero delle persone da accogliere all’hub di via Mattei. Da picchi di 1.000 persone oggi sono ospitati 400 richiedenti asilo. E la maggior parte sono i cosiddetti «dublinanti», persone che hanno tentato la fortuna in altri paesi dell’Europa ma dopo anni sono stati rispediti in Italia, nazione di primo approdo, come previsto dalla legge «Dublino III».
Il bando, il primo in Italia, è finanziato dal Viminale con 66 milioni di euro