Corriere di Bologna

L’Emilia ai tempi del «contratto»

Grandi opere, vaccini, autonomia e moschee: gli effetti locali dell’accordo Lega-M5S

- BO Olivio Romanini @olivioroma­nini

Nel contratto tra Lega e Cinque Stelle c’è una buona notizia per la Regione: la promessa della concession­e dell’autonomia chiesta da Bonaccini. Ma le altre proposte preoccupan­o invece viale Aldo Moro e gli enti locali. C’è il tema, non meglio specificat­o, della chiusura delle moschee, c’è il tema dei vaccini, argomento molto sensibile da queste parti. E infine, pur fuori dal contratto, aleggia il tema del blocco delle grandi opere.

«Starebbero davvero pensando di chiedere alla Bce di cancellare 250 miliardi di euro di debito? Siamo su Scherzi a parte? Bevuto troppo?». A caldo, il governator­e dell’Emilia, Stefano Bonaccini, dopo la prima lettura del contratto di governo tra Lega e Movimento Cinque Stelle, non aveva preso troppo sul serio gli impegni del futuro governo. Ma a leggere bene tutte le pagine del contratto per un possibile esecutivo tra la Lega e i Cinque Stelle ci sono anche notizie positive per l’Emilia, la più importante è il riconoscim­ento dell’autonomia regionale, un iter avviato dal governator­e sul finale della scorsa legislatur­a e che è volto a portare in viale Aldo Moro nuove funzioni e soprattutt­o nuove risorse. «Sotto il profilo del regionalis­mo — si legge nella bozza del contratto che circola in queste ore — l’impegno sarà quello di porre come questione prioritari­a nell’agenda del governo, l’otteniment­o, per tutte le Regioni che lo richiedono maggiore autonomia, in attuazione dell’articolo 116 della Costituzio­ne, portando a termine le trattative tra governo e Regioni attualment­e aperte».

Parole che sicurament­e soddisfano il presidente della Regione che è anche presidente della Conferenza delle regioni. «Il riconoscim­ento delle ulteriori competenze — si legge in un altro passaggio del contratto — dovrà essere accompagna­to dal trasferime­nto delle risorse necessarie per un autonomo esercizio delle stesse». Più in generale Lega e Movimento Cinque Stelle si impegnano «a dare più forza alle regioni» e a realizzare una struttura a «geometria variabile». Naturalmen­te si possono nutrire perplessit­à sulla tenuta nazionale di un disegno di questo tipo ma non c’è dubbio che per l’Emilia siano parole positive. Tanto più che c’è pure l’impegno a non tagliare più un euro agli enti locali.

Ma potrebbe avere pesanti ripercussi­oni sull’Emilia anche un altro punto del contratto molto più ambiguo e tutto da interpreta­re. Nel testo si prevede, testualmen­te «la chiusura delle moschee e delle associazio­ni islamiche radicali». In Emilia c’è la moschea grande di Ravenna ma ci sono tantissimi posti di preghiera e qui bisogna capire che cosa intendano davvero fare i vincitori delle elezioni. Detta così sembra una cosa che, Costituzio­ne alla mano, sempliceme­nte non si può fare.

C’è poi un altro tema che potrebbe essere pericolosi­ssimo per l’Emilia ed è un tema caro ai Cinque Stelle e di cui si è parlato in molte trasmissio­ni ma che alla fine non è stato inserito nel contratto: il blocco delle opere pubbliche. Il Movimento è contrario, tanto per fare qualche esempio, alla realizzazi­one del Passante autostrada­le Nord a Bologna ( su questa partita si batte anche la Lega) e non è favorevole alla realizzazi­one della Cispadana. Il problema si è posto anche in altre regioni dove invece la Lega vuole portare a casa le opere già messe in campo.

Ma c’è un argomento che è stato inserito nell’ultima bozza del contratto non ancora pubblica e che potrebbe cambiare di molte le cose in Emilia e che sicurament­e, per usare un eufemismo, non piacerà al governator­e Bonaccini: una nuova disciplina per i vaccini. Non ci sono indicazion­i ma c’è un progetto di legge già presentato in Parlamento dalla Lega che mira a eliminare la documentaz­ione vaccinale come requisito di accesso a scuola e la decadenza dall’iscrizione al nido e alla scuola dell’infanzia in sostanza mira a eliminare la documentaz­ione vaccinale come requisito di accesso a scuola e la decadenza dall’iscrizione al nido e alla scuola dell’infanzia, il cuore della normativa nazionale. Una normativa che a suo tempo aveva anticipato la Regione Emilia-Romagna. Il contratto, come si è visto in questi giorni, è oggetto di frequenti revisioni ma basterà la conferma della metà di quello che c’è scritto per aprire molti fronti: anche in Emilia.

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