I sindaci non ci stanno: «Mancano strutture libere»
I casi di San Lazzaro e Casalecchio. «Non abbiamo alberghi vuoti, la disponibilità c’è sempre stata»
«Noi siamo disponibili, non ci mettiamo certo di traverso», dicono i sindaci. E Giuliano Barigazzi, assessore bolognese al Welfare, annuisce: «Stanno tutti facendo la loro parte». I numeri raccontano però un’altra storia. A parte Bologna, gli altri distretti territoriali sono indietro rispetto alla tabella di marcia del bando Sprar. È in difficoltà Casalecchio di Reno, il caso più eclatante, sotto di 100 unità da accogliere (19 sui 119 previsti), ma con numeri leggermente diversi si ritrovano nelle stesse condizioni Imola, San Lazzaro di Savena, Ozzano, Castel Maggiore e tanti altri ancora. Quasi tutti a dire il vero, ad eccezione di alcuni Comuni della montagna, come Loiano o Sasso Marconi.
E un motivo pare esserci. Nelle realtà meno urbanizzate i privati sono più disponibili
” Conti Al netto degli spazi, grazie a questi numeri riusciamo a seguire tutti i ragazzi ospitati, li conosciamo per nome e cognome e possiamo verificare le loro attività
” Bosso È preferibile un’accoglienza diffusa rispetto a una concentrata Va anche considerato il contesto nel quale inserire un numero importante di profughi
a offrire appartamenti sfitti alle cooperative, che tramite l’Asp gestiscono l’accoglienza. Nei Comuni subito a ridosso del capoluogo questa disponibilità è ridotta all’osso. O, almeno, così raccontano i sindaci interessati. «Da noi tutte le strutture disponibili sono state utilizzate. Nei prossimi mesi arriverà un altro appartamento che accoglierà sette profughi, ma non abbiamo alberghi vuoti o altro di simile», alza le mani il sindaco di Casalecchio Massimo Bosso. Anche la sindaca di San Lazzaro Isabella Conti conferma. «Ci siamo sempre resi disponibili, anche nei momenti di maggiore emergenza. Ma al momento non abbiamo spazi da offrire», spiega. E anche se spuntasse da un momento all’altro una struttura di grandi dimensioni, andrebbe valutata con attenzione. «È sempre preferibile un’accoglienza diffusa — osserva Bosso — rispetto a una concentrata in pochi siti. Anche perché devi considerare il contesto nel quale vai ad inserire un numero importante di profughi». Ma non c’è solo il rapporto e la convivenza con i cittadini, «c’è anche un discorso di qualità dell’accoglienza», aggiunge Conti. «Al netto degli spazi che non ci sono, grazie a questi numeri noi ora riusciamo a seguire tutti i ragazzi che vengono ospitati nelle strutture Sprar, li conosciamo per nome e cognome e possiamo seguirli anche nelle loro attività sociali».
E poi ci sarebbe un’altra questione, che per Bosso non è secondaria. «Noi sindaci non abbiamo strumenti per intervenire, il sistema è gestito dalla Prefettura. Ed è l’Asp, tramite le cooperative, ad individuare gli appartamenti. Non siamo noi che affittiamo o che cerchiamo spazi liberi». Tutt’al più i sindaci potrebbero opporsi. È successo in passato, ma non è il caso di Casalecchio o San Lazzaro. «Non lo abbiamo mai fatto. Non diciamo no a nessuno», assicura Bosso. E infatti anche a sentire Barigazzi, sembrano lontani i tempi in cui il sindaco metropolitano Virginio Merola strigliava gli altri colleghi meno propensi a fare la loro parte. «Si è rimesso in moto un buon meccanismo da parte di tutti — sostiene l’assessore al Welfare —. Qualcuno fa di più, qualcuno di meno. Ma lo sforzo è comune. Ed entro l’estate pensiamo di raggiungere l’obiettivo che ci siamo dati».