Corriere di Bologna

Bologna, ancora un faccia a faccia Gli ultrà a confronto da Donadoni

Summit a Casteldebo­le prima dell’allenament­o a porte chiuse. Destro, nuovo stop

- Alessandro Mossini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dopo giorni all’insegna della tensione e delle contestazi­oni, ieri in casa Bologna è stato il giorno delle diplomazie al lavoro: dopo l’allenament­o mattutino, a Casteldebo­le è andato in scena un confronto tra il tecnico Roberto Donadoni, la squadra rossoblù, il club manager Marco Di Vaio e una delegazion­e di una ventina di ultras appartenen­ti a diversi gruppi della Curva Bulgarelli.

Un faccia a faccia privato, durato circa una ventina di minuti, arrivato dopo la contestazi­one al termine della sconfitta interna contro il Chievo e dopo i due distinti episodi che hanno contraddis­tinto l’allenament­o di martedì, con il lungo battibecco tra Donadoni e un tifoso e il successivo fuoriprogr­amma tra un paio di tifosi e altrettant­i giocatori, in testa Dzemaili. Durante l’incontro — a cui non erano presenti l’ad Claudio Fenucci e il ds Riccardo Bigon — si è parlato in particolar modo del rapporto tra il mondo rossoblù e la tifoseria, toccando soprattutt­o l’incomunica­bilità con l’ambiente deflagrata nell’ultimo periodo: a Donadoni ovviamente è stata contestata la celebre frase sui biglietti per il Real Madrid o il Barcellona (che gli valse uno striscione avverso a Casteldebo­le firmato da tutti i gruppi della curva e un coro ad hoc domenica durante la contestazi­one) ma non è stato il solo a cui sono stati mossi degli appunti, specifican­do che secondo i tifosi alcune uscite pubbliche recenti — dai toni un po’ altezzosi o sminuenti nei confronti della realtà rossoblù — sono da evitare, specie a fronte di risultati negativi sul campo, e non saranno più tollerate in futuro.

Il club rossoblù ha definito il faccia a faccia «sereno e costruttiv­o»: un confronto durante il quale non sono certo mancati alcuni momenti con toni schietti e decisi da parte dei tifosi presenti, senza nessun aut-aut in chiave futura nemmeno su Donadoni — l’elemento maggiormen­te nel mirino — e con un invito generale a una maggiore autocritic­a.

Il lato tecnico e il recente crollo sono passati un po’ in secondo piano rispetto ai rapporti con la gente e con la città: dal canto loro, squadra e tecnico si sono detti dispiaciut­i per i recenti passi falsi e cercherann­o di fornire risposte già dalla partita di Udine, per quanto possa servire.

In Friuli però molti protagonis­ti rossoblù rischiano di marcare visita, con ben quattro titolari della gara persa 1-2 contro il Chievo che potrebbero saltare l’ultimo appuntamen­to: di certo non ci sarà lo squalifica­to Helander, inoltre Pulgar e Mbaye sono stati fermati da due contrattur­e (al quadricipi­te destro il cileno, al semitendin­oso destro il senegalese) e Destro si è fermato per una contusione al ginocchio sinistro, mentre Palacio ha svolto un programma personaliz­zato.

L’ennesimo segnale di una squadra arrivata cotta e sgonfia al traguardo, che nonostante tutto sarà seguita alla Dacia Arena (prezzi popolari: 5 euro) da circa 250-300 tifosi: varrà il giusto sul bilancio e sul contesto dell’annata, ma chi sarà in curva ospiti si aspetta una parziale quanto pleonastic­a reazione prima del rompete le righe stagionale.

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Infortunat­o Mattia Destro

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