Bologna, ancora un faccia a faccia Gli ultrà a confronto da Donadoni
Summit a Casteldebole prima dell’allenamento a porte chiuse. Destro, nuovo stop
Dopo giorni all’insegna della tensione e delle contestazioni, ieri in casa Bologna è stato il giorno delle diplomazie al lavoro: dopo l’allenamento mattutino, a Casteldebole è andato in scena un confronto tra il tecnico Roberto Donadoni, la squadra rossoblù, il club manager Marco Di Vaio e una delegazione di una ventina di ultras appartenenti a diversi gruppi della Curva Bulgarelli.
Un faccia a faccia privato, durato circa una ventina di minuti, arrivato dopo la contestazione al termine della sconfitta interna contro il Chievo e dopo i due distinti episodi che hanno contraddistinto l’allenamento di martedì, con il lungo battibecco tra Donadoni e un tifoso e il successivo fuoriprogramma tra un paio di tifosi e altrettanti giocatori, in testa Dzemaili. Durante l’incontro — a cui non erano presenti l’ad Claudio Fenucci e il ds Riccardo Bigon — si è parlato in particolar modo del rapporto tra il mondo rossoblù e la tifoseria, toccando soprattutto l’incomunicabilità con l’ambiente deflagrata nell’ultimo periodo: a Donadoni ovviamente è stata contestata la celebre frase sui biglietti per il Real Madrid o il Barcellona (che gli valse uno striscione avverso a Casteldebole firmato da tutti i gruppi della curva e un coro ad hoc domenica durante la contestazione) ma non è stato il solo a cui sono stati mossi degli appunti, specificando che secondo i tifosi alcune uscite pubbliche recenti — dai toni un po’ altezzosi o sminuenti nei confronti della realtà rossoblù — sono da evitare, specie a fronte di risultati negativi sul campo, e non saranno più tollerate in futuro.
Il club rossoblù ha definito il faccia a faccia «sereno e costruttivo»: un confronto durante il quale non sono certo mancati alcuni momenti con toni schietti e decisi da parte dei tifosi presenti, senza nessun aut-aut in chiave futura nemmeno su Donadoni — l’elemento maggiormente nel mirino — e con un invito generale a una maggiore autocritica.
Il lato tecnico e il recente crollo sono passati un po’ in secondo piano rispetto ai rapporti con la gente e con la città: dal canto loro, squadra e tecnico si sono detti dispiaciuti per i recenti passi falsi e cercheranno di fornire risposte già dalla partita di Udine, per quanto possa servire.
In Friuli però molti protagonisti rossoblù rischiano di marcare visita, con ben quattro titolari della gara persa 1-2 contro il Chievo che potrebbero saltare l’ultimo appuntamento: di certo non ci sarà lo squalificato Helander, inoltre Pulgar e Mbaye sono stati fermati da due contratture (al quadricipite destro il cileno, al semitendinoso destro il senegalese) e Destro si è fermato per una contusione al ginocchio sinistro, mentre Palacio ha svolto un programma personalizzato.
L’ennesimo segnale di una squadra arrivata cotta e sgonfia al traguardo, che nonostante tutto sarà seguita alla Dacia Arena (prezzi popolari: 5 euro) da circa 250-300 tifosi: varrà il giusto sul bilancio e sul contesto dell’annata, ma chi sarà in curva ospiti si aspetta una parziale quanto pleonastica reazione prima del rompete le righe stagionale.