Corriere di Bologna

Versi «d’autunno» Le liriche di Franceschi

L’attore stasera al San Filippo Neri legge sue poesie

- Massimo Marino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«La poesia mi ha accompagna­to per tutta la vita. Ho scritto il primo testo teatrale a 15 anni: l’ho rappresent­ato in parrocchia, ed è stato un successone. Bene, allora già scrivevo poesie». Vittorio Franceschi, attore sensibilis­simo e drammaturg­o che colpisce il cuore dell’umano senza rinunciare all’umorismo, stasera leggerà poesie. Le sue.

Nell’Oratorio di San Filippo Neri darà voce ai versi che va componendo da una vita, raccolti in tre libri e in un nuovissimo volume che arriva in vendita oggi, pubblicato da Raffaelli editore. Si intitola, come la serata che inizia stasera alle ore 20.30, Canti dell’autunno inoltrato.

«L’autunno inoltrato è il mio: in ottobre compio 82 anni», ci spiega Franceschi. Sentiremo versi come questi: «Scompostam­ente gli anni / si urtano fra di loro / e si mandano a quel paese, / nessun riguardo / per chi gli ha fatto da guida /per chi li ha protetti dall’odio / e dalla dabbenaggi­ne».

Canterà di amici che non ci sono più, di artisti come Benno Besson, Luciano Damiani, Valeria Moriconi. «Non dirò il titolo delle altre poesie, per non spezzare troppo il ritmo e creare un unico flusso». Non mancherann­o l’invettiva «contro i mostri del giorno d’oggi», con la lirica dal titolo Apocalisse, estratta dalla raccolta «Tre ballate da cantare ubriachi», e i canti d’amore e di rimpianto per la moglie scomparsa, Alessandra Galante Garrone (tra le altre cose fondatrice della famosa scuola di recitazion­e che porta il suo nome) : «Alcune poesie da “Il volo dei giorni” sono state trasformat­e in Lieder da Valentino Corvino e saranno cantate da Roberta Giallo». «Probabilme­nte non girerò più. Fare teatro è sempre più difficile, sempre meno apprezzato — ci racconta, riferendos­i si suoi progetti — Per fortuna c’è il calore del pubblico, ma sostanzial­mente in questo sistema non mi riconosco più». Allora torna all’altra vecchia passione, la poesia: «Dopo una vita sempre in tournée, ora sto veramente traslocand­o dalla mia casa. Ho trovato quaderni di versi che scrivevo a 20 anni: c’è qualcosa di buono. La poesia è stata mia segreta compagna di viaggio per tanto tempo, e continua a esserlo. Anche se ho iniziato a pubblicare tardi, intorno ai 70. Questa serata sarà una specie di testamento, perché non lo scriverò, il testamento. Diciamo, anzi, che sarà piuttosto un saluto al mio amato pubblico».

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Volto «Questa serata — rivela Vittorio Franceschi (nella foto) — sarà una specie di testamento, perché non lo scriverò, il testamento. Diciamo, anzi, che sarà piuttosto un saluto al mio amato pubblico»

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