Corriere di Bologna

«Meno politica e creatività Ma piazza Verdi è un simbolo»

Lo scrittore organizzò a Bologna il convegno contro la repression­e del ‘77

- Olivio Romanini @olivioroma­nini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Non vedo molto contenuto politico nelle proteste ma piazza Verdi sarà sempre così e non si può impedire agli studenti di bere la birra la notte». Parola dello scrittore Enrico Deaglio domani in città.

Il giornalist­a Enrico Deaglio sarà domani a Bologna per presentare insieme al sindaco Merola il suo libro Patria 1967-1977 (Feltrinell­i) che contiene molti episodi bolognesi. Quarantuno anni fa fu in pratica l’organizzat­ore del convegno sulla repression­e a Bologna che portò in città 100.000 giovani nell’anno terribile che seguiva all’uccisione di Francesco Lorusso e ai carri armati mandati per sedare la protesta. Piazza Verdi la conosce bene, benissimo, almeno da quei giorni.

La zona universita­ria non ha pace. Qualche giorno fa c’è stata una notte molto calda in piazza Verdi, per usare un eufemismo. Vede ancora una dimensione politica in questi episodi?

«Nelle proteste di questi giorni non mi sembra che ci sia molto contenuto politico e nemmeno creativo però quella zona di Bologna per l’alta concentraz­ione di studenti che ha, sarà sempre così. Perché ci saranno sempre elementi di ingiustizi­a e di contestazi­one: in fondo anche l’irruzione di quegli anni al Cantunzein fu fatta perché costava troppo e così oggi gli affitti. Ormai siamo tutti vecchi e borghesi ma non si potrà mai evitare che i giovani bevano la birra di sera nella zona universita­ria».

Luciano Canfora in un’intervista a Repubblica ha definito i movimenti di Piazza Verdi «molestator­i patetici e rivoluzion­ari con la birra in mano» e ha fatto un parallelo con il ‘77.

«Canfora è il più simpatico tra tutti gli stalinisti rimasti (ride, ndr) e però sul ‘77 non si ricorda bene oppure non ha imparato la lezione. Quel movimento fu avversato dal Pci e quando Cossiga mandò i carri armati in via Irnerio disse che i bottegai comunisti erano d’accordo con lui e aveva ragione. Me li ricordo bene quegli anni perché io per Lotta Continua organizzai il convegno sulla repression­e in settembre che seguì l’uccisione di Lorusso. Jean Paul Sartre disse che ci sarebbe stato un morto a Bologna perché c’era un clima di tensione ma non successe niente. Berlinguer disse che non sarebbero stati quattro untorelli a spiantare il grande Partito Comunista. Il clima che si era creato aiutò, Zangheri spalancò le porte della città agli studenti e tutto filò liscio. Bologna all’inizio fu molto chiusa con il movimento ma poi sia Zangheri che Imbeni ricucirono parecchio con il movimento».

Il paragone con quegli anni sembra però un po’ complicato. Perché qui parliamo di bonghi suonati fino all’alba, di rave non autorizzat­i, eccetera.

«Sì non vedo contenuto politico e creativo e so che in passato ci sono stati lì a Bologna gli attacchi a Panebianco francament­e stupidi e malgoverna­ti.

” I temi della protesta Ma la rivolta contro la gentrifica­zione è un tema vero e riguarda tutte le zone universita­rie

Però ripeto, meglio che stiano lì in quel microcosmo, piuttosto che seguano Salvini e Di Maio».

Nel corso della protesta gli studenti hanno distribuit­o volantini per dire che i turisti non sono i benvenuti in quella zona. Che ne pensa?

«Qui bisogna stare attenti, questo non è un tema del passato ma è un fatto che riguarda tutte le città e tutte le zone universita­rie: arrivano i bed and breakfast, gli affitti crescono, c’è un fenomeno di gentrifica­tion. Succede a Bologna e succede anche a San Francisco, dove vivo».

Che rapporti ha oggi con la città che ha conosciuto così bene negli anni ‘70?

«La frequento sempre molto volentieri, ho rapporti consolidat­i con la Bologna universita­ria, con quella prodiana, ho tantissimi amici. Mi ricordo che anche Cofferati provò a fare l’uomo d’ordine ma non andò bene».

Che cosa devono fare però quelli che in zona universita­ria ci vivono e vogliono dormire ogni tanto?

«Ci sono sempre i tappi nelle orecchie. Scherzi a parte, capisco, un po’ di regole servono, ci sarà qualche retata. Ma piazza Verdi resterà sempre così: non si può impedire agli studenti di bere birra la notte».

” Nelle proteste di questi giorni non vedo contenuti politici o creativi, ma piazza Verdi sarà sempre così Meglio i giovani in quel contesto che con Di Maio e Salvini

 ?? Giorni neri ?? I carrarmati in piazza Verdi mandati dall’allora ministro Cossiga dopo i tumulti seguiti all’uccisione di Francesco Lorusso
Giorni neri I carrarmati in piazza Verdi mandati dall’allora ministro Cossiga dopo i tumulti seguiti all’uccisione di Francesco Lorusso
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