Trasloco di Oz, Unipol ha fretta Poche settimane per andar via
Si complicano le trattative per mantenere in vita Oz, la gigantesca palestra parkour (e non solo) di via Stalingrado, realizzata legalmente dal basso, dove da anni convergono a fare sport (di ultima generazione) moltissimi giovani e persone anche più agée.
La nuova proprietà dell’immobile, la Midi srl partecipata Unipol al 100% che ha acquistato l’edificio a un’asta giudiziaria un mese fa per 3.1 mln e dove dovrebbero sorgere degli uffici, intende entrare in possesso del bene prima possibile: pochi giorni fa, scongiurando lo sgombero immediato, trattando con le istituzioni (Comune e Quartiere) aveva concesso agli attuali «inquilini» tempo fino ad agosto per liberare lo spazio. Nelle ultime ore invece, forse a causa anche dell’assenza dell’interlocutore principale, l’assessore allo sport Matteo Lepore, in missione col sindaco a New York, i toni si sono inaspriti e la concessione a rimanere lì pare ristretta. Si sarebbe parlato di poche settimane e si sarebbero messi in discussioni anche ulteriori «aiuti» per affrontare il trasferimento in un altro spazio prospettati nei primi incontri.
Difficile se non impossibile quindi salvare questa esperienza che in pochi anni ha sanato un’area degradata, realizzato attività sociali e sportive offrendo servizi al territorio e alle persone, ai ragazzi e anche alle famiglie se si considerano ad esempio i campi estivi allestiti in questi anni (ci saranno ancora?). Esperienza
Nato in una ex fabbrica abbandonata, l’Eden è il più grande parco italiano indoor di sport
nata in seguito a un progetto di rigenerazione e bonifica temporanea di una ex fabbrica, l’ex Samputensili, abbandonata da anni e luogo di degrado e illegalità, portato avanti prima da Planimetrie Culturali sotto il nome di Senza Filtro e poi dalla nuova sigla di Oz insieme all’Aics.
Sotto lo stesso tetto, divenuto il più grande parco indoor di sport urbani d’Italia, e fra i più famosi ormai d’Europa (una settimana fa si è svolto il festival internazionale «Prototype 5»), diretto dall’associazione Eden, firmataria di un contratto di comodato gratuito con la precedente proprietà, c’è un’altra ventina di realtà e attività che dialogano fra loro in un ambito condiviso e creativo di conoscenze: dal museo del flipper all’associazione culturale di writer Blq e tanti altri. Da tempo, ad esempio, una tenda Yurta allestita nel giardino organizza corsi di yoga, di agricoltura perenne, teatro. Negli spazi Blq non si usano solo bombolette, ma laboratori liberi con attrezzi, materiali, stampanti 3D e aree dove fare scultura, falegnameria, mobili. Insomma, non solo sport nell’Eden Park, dove peraltro si praticano 30 discipline, dal circense al parkour, dall’arrampicata allo skateboard e tanto altro. Uno spazio alternativo però nessuno in questi mesi l’ha cercato, istituzioni in primis.
«In fondo l’esperimento di bonifica e rigenerazione temporanea è riuscito», dice Alessandro Dado Ferri, writer di
Sarà realizzata un’ultima opera sulle pareti e organizzata una festa, in città
Blq, «a questo punto sarebbe bello un riconoscimento, le attività sono state costruttive e disperderle sarebbe un peccato». I pezzi realizzati sulle pareti dell’ex Samputensili, insieme ad altri writer bolognesi e ospiti stranieri, rimarranno lì, ma ne verrà realizzato un ultimo, quello finale. «Forse ci sarà una festa, forse ci saranno attività in piazza, in città e noi ci saremo». Sì l’idea di Oz è proprio quella di farsi conoscere ancora di più, «ma con in una situazione festosa, non antagonista da centro sociale, magari in centro o qui in Fiera, ne stiamo parlando», dice Salvatore Calogero di Eden Park. Ieri sera riunione del direttivo di Oz per valutare cosa fare nelle prossime ore. Si attende il ritorno di Lepore che verrà coadiuvato anche dal presidente di quartiere Simone Borsari.