Donadoni, l’ultima parola a Saputo La prossima settimana il verdetto
Il chairman deciderà tra l’esonero (costoso) e la conferma. Il tecnico non accetterà transazioni
Lo deciderà Joey Saputo il destino di Roberto Donadoni, considerato che il proprietario è lui e soprattutto sono suoi i quasi 5 milioni di euro che perderebbe in caso di separazione. Perché almeno a oggi una cosa sembra sicura: Donadoni non transerà, pretendendo fino in fondo ciò che il Bologna gli deve. Non fosse altro per una questione di principio: due anni fa rinunciò al ritorno in Nazionale per restare a Bologna e se ora vogliono mandarlo via prima del tempo ecco che l’allenatore non pare orientato a fare sconti. Anche perché non si sentirebbe, con molte ragioni, più responsabile della società per questo nuovo campionato anonimo della squadra.
Va fatta una sottolineatura: se fino a una quindicina di giorni fa Donadoni sembrava ancora una figura forte agli occhi del governo del Bologna, dopo la sconfitta e la contestazione di domenica passata abbiamo la sensazione che il suo eventuale futuro sotto le Due Torre sarà figlio di riflessioni e incontri. Nei prossimi giorni parleranno con lui Claudio Fenucci e Riccardo Bigon, poi per la settimana prossima è previsto il ritorno di Saputo e a quel punto sarà scelta la strada da seguire.
Ora, se il Bologna fosse una società forte e che sa gestire bene le situazioni il discorso sarebbe facile. Ritiene di aver dato a Donadoni una squadra più competitiva di quelli che sono i risultati e di conseguenza lo considera colpevole per la mancata crescita? Bene, lo esonera, al di là del contratto in essere. Di contro pensa che Donadoni abbia fatto il suo con il materiale che gli è stato messo a disposizione? A quel punto lo tiene, nonostante il malessere dei tifosi. Perché la società deve fare sempre la società e i tifosi devono limitarsi a fare i tifosi. Il punto è che questo Bologna ha dimostrato più volte né di essere una società forte né di saper gestire bene le situazioni (vedi anche Destro) e allora vai a sapere come finirà. A esempio l’impressione su quanto è accaduto martedì a Casteldebole è che Marco Di Vaio non avrebbe mai dovuto consentire al tecnico di andare a parlare con quel tifoso. Nei primi momenti avrebbe dovuto sbrigarsela da solo e poi caso mai ad allenamento finito mettere a confronto i due, lontano da televisioni e telefonini.
Da settimane stanno circolando i nomi di Nicola, De Zerbi e Di Biagio, che non ha mai allenato una squadra di club e il suo eventuale arrivo a Bologna farebbe felice soprattutto Malagò e i suoi uomini in Federcalcio dopo l’assunzione di Mancini come cittì. Ma per lui c’è anche l’under 21. Al tempo stesso pare che Gasperini, Giampaolo e Ranieri non sono raggiungibili: giusto, almeno sulla carta per fare nella migliore delle ipotesi un altro campionato di ombre sono più adatti i primi tre.