Di Maio alla conquista di Imola
Tutti i big M5S nella roccaforte dem per sfidare il Pd in vista del voto del 10 giugno
I Cinque Stelle alla conquista di Imola. Oggi arriva il leader del Movimento Luigi di Maio all’autodromo a fare campagna elettorale per la candidata grillina Manuela Sangiorgi insieme a molti altri dirigenti nazionali dei Cinque Stelle con l’obiettivo storico di dare la spallata al Pd nella roccaforte rossa.
Intanto però in Emilia è rivolta dei sindaci del Pd contro l’ipotesi pensata da Lega e Cinque Stelle di abolire la tassa di soggiorno per i turisti che, negli anni, è diventata una gallina dalle uova d’oro per i sindaci e le amministrazione. Tra i sindaci che si schierano contro il provvedimento quello di Bologna, Virginio Merola, quello di Rimini, Andrea Gnassi e Federico Pizzarotti.
Per almeno qualche ora il leader dei Cinque Stelle Luigi Di Maio smetterà di pensare al contratto e al possibile governo con la Lega di Matteo Salvini e si concentrerà su Imola per provare a tirare la volata alla candidata dei pentastellati Manuela Sangiorgi. Oggi alle 17 insieme ad altri leader nazionali del Movimento il capo politico dei Cinque Stelle sarà all’autodromo di Imola: ci saranno tra gli altri anche Carla Rocco, Riccardo Fraccaro, Giulia Sarti, Emilio Carelli, uno dei nomi che è girato nei giorni scorsi come possibile premier, Marco Zullo e il capogruppo in Comune a Bologna Massimo Bugani. La visita di Di Maio è stata confermata anche ieri e dunque dovrebbe essere la volta buona: servirà anche per ravvivare una campagna elettorale, quella di Imola dove si vota il 10 giugno, molto importante dal punto di vista simbolico perché per la prima volta il centrosinistra rischia di perdere una fortezza storica.
Il Partito democratico alla fine ha puntato sulla candidatura dell’avvocato Carmela Cappello che ieri ha fatto infuriare la Lega perché ha disertato ( e non è la prima volta) un dibattito con gli altri candidati.
Sempre nella giornata di ieri c’è stato il voto degli iscritti Cinque Stelle sulla piattaforma Rousseau: gli iscritti erano chiamati a leggere il contratto di governo e votare a favore o contro. Uno dei membri della piattaforma è il bolognese Bugani che ha dichiarato: «Nessun cittadino prima d’ora aveva mai avuto la possibilità di esprimersi su un contratto di governo. Ognuno è libero di pensarla come vuole, ma Gianroberto e Beppe avevano sognato questa cosa e l’abbiamo resa reale. Io ho appena votato».
L’Agcom è un po’ meno entusiasta perché, secondo l’authority la piattaforma mette a rischio la privacy degli stessi votanti e mostra lacune nel trattamento delle informazioni sensibili degli iscritti. Ieri, come succede spesso nel caso di queste consultazioni online, molte persone si sono lamentate pubblicamente per i problemi che hanno riscontrato nel votare ma non sembra essere successo niente di irreparabile.
Intanto continua a fare discutere lo stesso contratto di governo per le sue tante ricadute sul piano locale. A Bologna ieri c’era Pasquale Tridico, il docente di economia a Roma tre indicato da Luigi di Maio come possibile ministro al Welfare. Di sicuro non lo vedremo più al governo un po’ perché quella promessa difficilmente potrà essere onorata e anche perché il Professore ha salutato la compagnia. «Sono uscito dai Cinque Stelle per motivi biologici vista questa strana alleanza con la Lega e ora per motivi programmatici, sul lavoro non c’è nulla».
Ma a tenere banco ieri è stata soprattutto la protesta dei sindaci emiliani contro la proposta dei nuovi vincitori di abolire la tassa di soggiorno per i turisti che è diventata invece una gallina dalle uova d’oro per le amministrazioni comunali. «Si comincia di nuovo scaricando sui Comuni le tasse che si tagliano a Roma. Il nuovo che avanza...» ha attaccato il sindaco Virginio Merola. Che poi ha meglio articolato: «Grazie alla tassa di soggiorno pagata dai turisti il Comune ha riscosso nel 2017 6,1 milioni di euro, utilizzati per promuovere la città. A Bologna i risultati si vedono per il forte aumento di presenze che abbiamo ottenuto». Ma a protestare sono stati anche i sindaci di Firenze e di Rimini imbufalito per la proposta avanzata dal Movimento Cinque Stelle e dalla Lega.
Nel week end tocca invece alla Lega di Matteo Salvini chiamare la base a votare sul contratto di governo con i Cinque Stelle e i dirigenti del Carroccio emiliano aspettano almeno 60 mila leghisti al voto. Ma per i due leader il problema vero non sono certo i voti sulla piattaforma Rousseau e quelli dei Gazebo, che con ogni probabilità otterranno il risultato auspicato dai capi, il difficile è trovare un premier. Ma questa è un’altra storia.
I grillini ieri hanno espresso il loro gradimento al contratto su Rousseau