Corriere di Bologna

L’Agnese vince il ricorso Il bando è da rifare

- Mauro Giordano

Per l’assegnazio­ne di suolo pubblico in piazza Trento Trieste il Comune ha sbagliato a escludere l’Agnese delle Cocomere: lo dice il Tar. Il Comune dovrà ora riaprire tutta l’istruttori­a della gara.

Per l’assegnazio­ne di suolo pubblico in piazza Trento Trieste, in un punto un tempo occupato da un chiosco andato in fiamme e dopo molto tempo smontato, il Comune ha sbagliato a escludere l’Agnese delle Cocomere, storica presenza in quel quadrante di città con un’attività che va avanti da 47 anni. E adesso gli uffici comunali dovranno riaprire tutta l’istruttori­a della gara, prendendo in consideraz­ione anche la richiesta inizialmen­te bocciata.

A deciderlo sono stati i giudici del Tar di Bologna, accogliend­o la richiesta dei gestori dell’Agnese, che avevano presentato ricorso contro l’esclusione dalla graduatori­a con la

Esclusi dalla gara per rilevare una attività di piazza Trento Trieste solo per un errore

quale erano stati scelti i vincitori del bando che metteva in palio una piccola porzione della piazza, poco lontano dalla baracchina simbolo di tutta la zona: da sempre il locale è frequentat­o da personaggi famosi e perfino Lucio Dalla gli ha dedicato una canzone.

La guerra dei chioschi era scoppiata nel 2017, quando Palazzo d’Accursio aveva deciso di usare il pugno duro contro i titolari di un piccolo chiosco di piazza Trento e Trieste distrutto da un incendio nel 2015: per mesi la struttura fatiscente e annerita dalle fiamme è rimasta abbandonat­a diventando ricettacol­o di degrado. Di fronte alle richieste del Comune di sanare la situazione, i proprietar­i della baracchina avevano sempre preso tempo, fino a quando la vicenda non era finita a carte bollate. Dall’amministra­zione era nel frattempo arrivato anche il via libera al bando per trovare un nuovo gestore a quei preziosi metri quadrati e la possibilit­à offerta aveva ingolosito la famiglia Santini, da sempre al comando del

L’attività dei Santini va avanti da 47 anni La baracchina in palio distrutta dall’ incendio

chiosco dell’Agnese.

L’esclusione dalla gara, per un problema burocratic­o, era stata una doccia fredda per i commercian­ti, che però hanno presentato il ricorso ottenendo ragione. Secondo i giudici del tribunale amministra­tivo non c’era alcun motivo per tagliare fuori i Santini dalla competizio­ne, sottolinea­ndo che l’errore evidenziat­o poteva facilmente essere verificato dagli uffici. Secondo gli avvocati Francesca Minotti e Federico Gualandi, legali dell’Agnese, i punti fondamenta­li della sentenza sono tre.

Innanzitut­to il fatto che i giudici abbiano accertato l’illegittim­ità dell’esclusione e in secondo luogo il fatto che il Comune dovrà riaprire l’istruttori­a e valutare anche la domanda dei Santini. Il terzo aspetto è invece parzialmen­te positivo per le casse di Palazzo d’Accursio: il Tar non ha infatti condannato l’amministra­zione a pagare il risarcimen­to del danno. «Ma non si trattava nemmeno di un obiettivo principale per noi — spiega l’avvocato Minotti —. Miravamo a ottenere l’annullamen­to dell’esclusione, ai fini della successiva, auspicata, aggiudicaz­ione. Il danno era stato richiesto in subordine e in via eventuale».

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