Corriere di Bologna

Le due partite di Donadoni vincere e convincere (tutti)

Aria di separazion­e in casa Bologna: la palla a Saputo

- Claudio Beneforti

Abbiamo l’impression­e che il governo del Bologna abbia già mollato Roberto Donadoni, non solo tra quei tifosi (di solito ben informati) da tempo vicini a questa società ma anche nei saloni della Lega dove ieri era in programma una nuova riunione albergava il concetto che il club rossoblù potrebbe finire per separarsi dall’attuale tecnico. Poi è evidente che solo a metà della prossima settimana conoscerem­o la realtà, e cioè se i capi del Bologna deciderann­o di non confermare Donadoni o se sceglieran­no di rispettare il contratto. Se può essere determinan­te il risultato di Udine? Se così fosse sarebbe un nuovo autogol di questa società, perché non può essere l’ultima partita di campionato a decidere il destino di un allenatore. Di sicuro va sottolinea­to come la squadra farà il possibile per tornare dal Friuli con un risultato positivo, gli stessi Fenucci, Bigon e Di Vaio sanno che lo zoccolo duro del Bologna è schierato con Donadoni, al quale avrebbe voluto una regalare una vittoria contro il Chievo. Ma volere non è sempre potere, ed è anche per questo motivo che domenica sera negli spogliatoi tanti giocatori erano dispiaciut­i, avendo capito che la sconfitta avrebbe peggiorato ancora di più la situazione tra l’allenatore e i tifosi, e per certi versi anche quella tra lo stesso allenatore e la società.

Viene da farsi una domanda: c’è chi vuol far passare l’idea che il tecnico salterà per tenersi buoni i tifosi più critici e poi se Saputo deciderà il contrario farà sapere che è stata una decisione imposta dal proprietar­io, oppure lo stesso Saputo è entrato nell’ordine di idee che oggettivam­ente è giusto cambiare? È difficile dirlo, certo è che anche attorno a Donadoni è stata avvertita un’aria diversa da qualche giorno a questa parte, perché quello che è successo in questa settimana ha connotati già vissuti ai tempi dell’addio di Pantaleo Corvino. Da allora è cambiato il protagonis­ta, è vero, ma certi comportame­nti sono rimasti gli stessi.

Insomma, in attesa dell’arrivo di Saputo e di quella che sarà la sua decisione dopo gli incontri che avrà sia con il suo primo ministro Fenucci e gli altri «deputati» che con Donadoni, è già partita la caccia a chi potrebbe essere l’eventuale sostituito dell’ex cittì azzurro. Che se sarà allontanat­o pagherà gli errori di tutti, da Saputo in giù, ma non sarà la soluzione ai mali attuali del Bologna, tanti di quelli resteranno, purtroppo per Bologna.

Negli ultimi anni hanno fatto bene sotto le Due Torri allenatori bravi ed esperti come Ulivieri e Mazzone, e allenatori più giovani ma altrettant­o bravi come Guidolin e Pioli, il che significa che il prototipo dell’eventuale nuovo tecnico porterebbe a pensare a Gasperini, Giampaolo, Ranieri. E anche Ventura, se non fosse considerat­o dalla stragrande maggioranz­a degli italiani il colpevole della disfatta azzurra. È evidente che uno di questi sarebbe l’ideale, ma a questo punto Saputo dovrebbe cambiare passo e ricomincia­re a investire sulla parte tecnica, perché nessuno accettereb­be un programma di minima e di conseguenz­a un nuovo inevitabil­e campionato anonimo. Tra quelli a metà del guado ci sarebbero Pippo Inzaghi, Maran e Nicola, infine le autentiche scommesse come Di Biagio e De Zerbi.

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Allenatori che a Bologna hanno vinto e (quasi tutti) conquistat­o la piazza
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Profilli vincenti
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