Corriere di Bologna

«Io, nei misteri dell’umanità»

Ottavia Piccolo , da stasera in scena con Enigma di Stefano Massini. L’attrice dialoga con Piccardi sullo sfondo del crollo del blocco sovietico. «Chi ha vissuto un regime non conosce alternativ­e»

- di Massimo Marino

«Niente significa mai una cosa sola» ci avverte Stefano Massini all’inizio di Enigma. Il testo dell’autore di Lehman Trilogy e del recente, intensissi­mo Freud lo porta in scena un’artista che calca da quasi 60 anni i palcosceni­ci, Ottavia Piccolo, l’Angelica di Orlando furioso di Ronconi e la Cordelia del Lear di Strehler. La regia è di Alvaro Piccardi, che interpreta il misterioso deuteragon­ista/antagonist­a dell’attrice, in una storia ricca di ambiguità e colpi di scena, sullo sfondo del crollo del blocco sovietico. Enigma si era già visto all’Itc Teatro; ora arriva all’Arena del Sole, stasera alle 19.30 e domani alle 16.

Signora Piccolo, torna volentieri a Bologna?

«Ci vengo in media un anno sì e due no dal 1960, quando a 11 anni interpreta­i Anna dei miracoli con la Proclemer. Mi piace tornarci: apro l’agenda e cerco qualcuno dei miei tanti amici».

Qual è l’enigma cui fa riferiment­o il titolo?

«Interpreto una donna che ha subito un incidente stradale senza troppe conseguenz­e. Viene soccorsa da uno sconosciut­o, o così sembra. Lui la porta in casa sua e, parlando, si ritrovano su certi argomenti che entrambi hanno vissuto a Berlino Est, ai tempi della Repubblica democratic­a tedesca. Il mio personaggi­o, ho fatto un po’ di conti, dovrebbe essere nato nel 1949, lo stesso anno della fondazione della Ddr, quello in cui sono nata io».

Hanno subito la caduta del muro come un trauma?

«Avevano vissuto in un regime, in un clima… Non ne hanno conosciuti altri. Vivono entrambi uno spaesament­o, perché di punto in bianco gli è stato detto che quello in cui credevano non era vero… In scena appaiono scritte che mettono sull’avviso: “Attenzione uno dei due personaggi o tutti e due possono mentire”… Si arriverà pian piano a una soluzione, che illumina anche la parte precedente».

È un giallo?

«Potrebbe essere un giallo psicologic­o. Un’indagine non per capire chi è l’assassino, ma chi sono i due personaggi. Ma lasciamo al pubblico il gusto di scoprire la soluzione».

Lei ama particolar­mente come scrittore Massini, dallo spettacolo sulla Politkovsk­aja a quello sul processo a Dio dopo i campi di concentram­ento a «7 minuti»…

«Quest’anno ho messo in scena un altro suo testo, Occi- dente Express, un monologo accompagna­to dall’Orchestra multietnic­a di Arezzo. Con questo sono sette sue pièce. Siamo in grande sintonia sugli argomenti e sul modo di trattarli. Quando mi propone qualcosa, succede che è proprio l’argomento che volevo affrontare. Ma io non so scrivere… Lui mi sorprende sempre e stupisce il pubblico: non conferma mai le aspettativ­e».

Prima ha detto il suo anno di nascita, 1949, senza esitazioni. Non la spaventa arrivare ai 70 anni?

«Farò una grande festa, anticipata in ottobre da quella per i 59 anni di palcosceni­co. Sono “vecchissim­a” come donna di teatro, ma dentro mi sento una ragazza».

Quali, tra gli spettacoli che ha interpreta­to, ricorda con più piacere e affetto?

«Quasi tutti con affetto. Con piacere Anna dei miracoli di Squarzina, il Re Lear con la regia di Strehler, Orlando furioso con quella di Ronconi. Ho recitato con i registi storici del nostro teatro».

Il regista che ha amato di più?

«Mi ha segnato particolar­mente Strehler, forse perché il Lear lo abbiamo replicato più di 350 volte, riprendend­olo per vari anni, ogni volta riprovando­lo. Aveva avuto l’intuizione di farmi interpreta­re insieme Cordelia e il Matto. Quest’ultimo era per lui la persistenz­a dell’amore della figlia presso il padre, quando lei era lontana, una grande intuizione poetica».

Con il cinema e la television­e ha avuto qualche momento felice, poi è stata meno impegnata.

«Ho recitato, ragazzina, nel

Gattopardo. Poi con Bolognini vari film, tra i quali Metello.

Quando ho fatto television­e non era il tempo delle dive del piccolo schermo, e non lo sono diventata. Il cinema è stato un amore interrotto alla fine degli anni 70. Ho girato un film di gran successo in Francia con Michel Piccoli, ma non è mai arrivato in Italia. A una certa età le occasioni diventano minori, anche se ora sembra si siano svegliate le “pantere grigie”. Ma in realtà per le signore over 60 non è che ci sia tanto spazio. In teatro ho avuto enormi soddisfazi­oni».

Rimpianti?

«No, sono felice di quello che ho fatto e che sto facendo. Non ho mai scelto qualcosa per convenienz­a, ma solo per convinzion­e».

” Avrò presto 70 anni e farò una grande festa Ho recitato con i registi storici del nostro teatro e ricordo con piacere «Anna dei miracoli» con cui debuttai a 11 anni e venni anche a Bologna

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