«Sorpresi e amareggiati Ma speriamo di suonare»
Bologna non aspettava altro. Non aspettava altro da febbraio, a dire il vero. Era l’11 febbraio, quando l’assessore alla Cultura Matteo Lepore scrisse allo Stato Sociale, fresco di secondo posto a Sanremo: «Il 12 e il 13 giugno in piazza Maggiore abbiamo un palco già montato e disponibile. Se siete liberi noi ci siamo. L’invito è esteso anche al Piccolo Coro dell’Antoniano e a tutta la banda che suona e canta». Detto, fatto. Il concerto dello Stato Sociale era stato fissato per il 12 giugno, la città era già in fibrillazione, ma ecco, a nemmeno un mese dall’evento, il veto della Soprintendenza, come ai vecchi tempi. «Cosa posso dire? Che cadiamo dal pero», commenta un basito Alberto Guidetti, uno dei cinque componenti del gruppo nato e cresciuto sotto le Due Torri.
Guidetti, quindi adesso che succede?
«Siamo davvero sorpresi e amareggiati. Ma siamo anche convinti che questa delibera possa avere a che fare più con questioni tecniche risolvibili che con questioni di altro tipo. Restiamo speranzosi di poter suonare nella piazza della nostra città».
Ma avevate previsto cose particolari sul palco? Perché a noi risulta che ci fosse solo il Piccolo Coro dell’Antoniano, su cui, però, a quanto pare, la Soprintendenza non ha nulla da dire. Anzi. Quando la Soprintendenza ha saputo dei bimbi dell’Antoniano, si è schermita con un «questo però non c’era scritto».
«Avremo luci e audio come in qualunque concerto, nulla di particolare. E infatti siamo tranquilli da questo punto di vista. Siamo curiosi di capire le motivazioni, perché tutto questo è molto misterioso».
Incontrerete il sindaco Merola? Ieri si è molto adirato per questa decisione...
«La nostra agenzia è in contatto con l’organizzazione del concerto, si incontreranno a breve. Sappiamo che il sindaco è molto arrabbiato per il veto al concerto e al Guasto Village, che è molto più prolungato. Speriamo davvero che ci sia un ripensamento per entrambi gli eventi. La speranza è l’ultima a morire».