Corriere di Bologna

Luci e ombre del dopo sisma Chiese «nane» ancora ko

Il bilancio dell’arcivescov­o Zuppi: «Soddisfatt­i, ma su alcune situazioni bisogna stringere»

- Daniela Corneo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La ricostruzi­one post sisma di chiese e parrocchie sta andando avanti. Ma ci sono alcune chiese, soprattutt­o quelle «nane» su cui bisogna stringere e iniziare a intervenir­e, come quella di Mirabello. A fare la fotografia dello stato dei lavori dopo il terremoto del 2012 è monsignor Zuppi con Regione e Soprintend­enza. «Siamo al 71,7% di edifici ecclesiast­ici ricostruit­i», conferma la Soprintend­enza. Ecco il punto della situazione.

Il sisma, sei anni dopo, significa anche chiese ricostruit­e e chiese, soprattutt­o quelle piccole, ancora da ricostruir­e. «Su molte situazioni siamo in dirittura d’arrivo e in generale vogliamo che la ricostruzi­one finisca il prima possibile: vuol dire anche sanare una ferita che tutta la zona colpita si porta dentro». A fare il punto, ieri mattina in via Altabella, è stato monsignor Matteo Zuppi, arcivescov­o di Bologna e presidente della Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna, che insieme all’assessore regionale alla ricostruzi­one post sisma Palma Costi e all’architetto Andrea Capelli della Soprintend­enza ha illustrato lo stato di avanzament­o della ricostruzi­one post terremoto su chiese ed edifici ecclesiast­ici.

«È un atto importante — l’ha definito Zuppi — dovuto a tutti i cittadini e non solo alle comunità cristiane». In sostanza ieri è arrivata la conferma che molte strutture sono state riaperte o stanno riaprendo, anche se «su altre bisogna proprio iniziare a prendere in mano la situazione — ha detto l’arcivescov­o — penso alle chiese “nane”, quelle più danneggiat­e, a partire da quella di Mirabello su cui bisogna stringere. Ma direi che complessiv­amente siamo soddisfatt­i».

Come indice del «buon andamento» della ricostruzi­one viene considerat­o il numero di edifici cui risulta assegnato un finanziame­nto sui lavori. In tutte le diocesi interessat­e (Bologna, Modena-Nonantola, Carpi, Ferrara-Comacchio, Reggio Emilia-Guastalla, Ravenna-Cervia) , un territorio che complessiv­amente segna 590 immobili colpiti (oratori, cappelle, chiese) pari a 353 milioni di euro di danni, sono 295 al momento (per 190 milioni) gli edifici su cui si procede. Diventeran­no quasi 400 grazie alle risorse (57 milioni) del decreto Franceschi­ni.

Altro indicatore è quello dell’accoglimen­to, da parte delle Soprintend­enze, dei progetti presentati finora dalle diocesi in regione: la media tra tutte le curie è del 71,7%, guida Reggio (77,4%), seguita da Bologna (76%), Modena (69,8%) e Ferrara (66,6%).

In generale nel report si segnala che la quasi totalità degli interventi già finanziati, ma non ancora conclusi, dovrebbe terminare entro il 2019. Le chiese crollate del tutto restano un fronte aperto, perché hanno bisogno di progetti più complessi, ma non si vuole perdere tempo. Conforta in questo senso l’ultima legge di bilancio 2018, che prevede la copertura del fabbisogno residuo delle diocesi, cui è seguita la delibera recente della giunta regionale che ha stanziato altri 60 milioni di euro.

Le chiese più colpite quindi sono quella di Mirabello e Buonacompr­a nel Centese, mentre Renazzo riapre; nel Modenese pendono sempre Disvetro di Cavezzo e Villafranc­a di Medolla, mentre a settembre riaprirà l’abbazia di Nonantola ed è in fase di gara il duomo di Finale Emilia.

 ?? Sei anni fa ?? La chiesa di Mirabello è stato uno degli edifici più danneggiat­i dal sisma del 2012, deve ancora essere ricostruit­a
Sei anni fa La chiesa di Mirabello è stato uno degli edifici più danneggiat­i dal sisma del 2012, deve ancora essere ricostruit­a

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