Verona ko, festa Fortitudo Semifinale contro Casale
Stefano Benni: «Il progetto, se esiste, è fallito. Sembrano i preparativi alla B»
” Un patron che ci tiene ed è dentro le vicende della società interviene prima che si arrivi a questo, Donadoni era da esonerare e occorrono dirigenti in grado di fare calcio Spero che la città si faccia sentire
Stefano Benni, è terminata una stagione decisamente negativa da parte del Bologna. È deluso?
«Deluso non è neanche il termine giusto, perché in un’altra intervista a inizio campionato avevo già anticipato quello che poi è successo. È stato il solito Bologna, quello che a metà campionato si blocca, smette di giocare e non si sa neanche perché. Roberto Donadoni non è capace di motivare i giocatori e per me non può allenare il Bologna».
È giusto cambiare guida tecnica, quindi?
«Non solo: andava mandato via prima. Sarà anche bravo, ma non è adatto a questa piazza e al Bologna ha fallito: ha avuto tanti giocatori e nessuno di questi è migliorato in modo sostanziale. Farlo adesso è persino tardi, ma probabilmente a Joey Saputo non gliene frega più nulla del club».
Perché ha questa idea?
«Perché un presidente interviene prima che si crei questa situazione, altrimenti uno pensa che forse si stia preparando a riportare il club in serie B. Saputo pensava che il Bologna fosse un affare e non lo è, perché se vuoi fare affari non li fai con le squadre di calcio. Spero di sbagliarmi e che mi smentisca, ma la vedo così».
Sul Corriere di Bologna di ieri abbiamo parlato della fine di un ciclo dirigenziale. Concorda?
«È ovvio che il progetto sia fallito. Il bolognese non pretende la Champions League ma se sei il decimo pubblico d’Italia per presenze vorresti vedere di più, invece al Dall’Ara non si vede giocare a calcio. Se ne dovrebbero andare tutti, certo: sarebbe un dovere morale e sportivo. Ma non accadrà».
L’unica emozione stagionale per il tifoso è stata la vicenda Verdi, con quel no al Napoli?
«Quello è un regalo che ci è arrivato da Simone: Saputo avrebbe dovuto ricompensarlo, vendere qualche mozzarella in più e spendere due soldi per dare uno spettacolo diverso. Sinceramente, visto cosa sta succedendo mi viene il dubbio che o se ne stia per andare o stia per portare il Bologna in B e a quel punto forse andremo a vedere altro, il Parma appena promosso o il Mezzolara».
Dopo tre anni in continuo calo ma di fiducia cieca, anche il clima in città verso il club sta cambiando.
«Il pubblico di Bologna è meravigliosamente paziente, ma alla lunga a essere troppo pazienti si rischia di essere presi per coglioni. Spero che stavolta la tifoseria si faccia sentire in modo civile, visti anche i soldi che non sono stati spesi lo scorso anno. In particolare, mi auguro che la gente esprima il suo dissenso specialmente se Saputo ora decidesse di fare la cosa peggiore: continuare a non fare il presidente, come ha fatto finora, e confermare tutti i protagonisti — tecnico e dirigenti — di questa stagione».
Secondo lei ci sono margini per un cambio di rotta?
«Penso che a volte basterebbe anche un po’ di sincerità e si potrebbe dire alla gente: “Signori, cercheremo di costruire una squadra decente che forse si salverà”. Invece si parla di progetto, di essere fieri della squadra e di tante altre cose: io fin qui nel Bologna un progetto non l’ho visto. Ho visto una presa per i fondelli».