UNA NATURA DINAMICA
Se c’è un aspetto in cui la città di Bologna dimostra di avere davvero poco da imparare è la vitalità della sua offerta culturale, in campo artistico, musicale e oltre. Non solo, o forse non tanto, sotto il profilo delle dimensioni, ma senza dubbio sotto quello della varietà, della capacità di offrire un numero tutt’altro che trascurabile di prodotti della cultura tanto «alta» quanto «bassa», ammesso che una simile distinzione abbia ancora un senso, e forse proprio a dispetto della capacità della città di non tenerne conto.
Il conflitto tra l’amministrazione comunale e la Soprintendenza archeologica, se poi di conflitto davvero si tratta, a proposito del concerto dello «Stato sociale», gruppo di punta del panorama musicale odierno, da tenersi in piazza Maggiore come evento culmine dell’estate 2018, ha probabilmente natura anche tecnica, il che lo rende ovviamente incomprensibile al di fuori di una ristretta cerchia di non addetti ai lavori. La contesa seguirà quindi un suo iter e troverà, si spera, una composizione. Ma allo stesso tempo la controversia, del tutto inattesa anche per i suoi protagonisti, è benvenuta come poche. Essa infatti potrebbe innescare un dibattito pubblico, da troppo tempo eluso, riguardo alcune questioni aperte sulla città e sul suo uso.
I contrasti tra opposte esigenze di utilizzo di vie e piazze non sono certo una novità nella nostra città. Residenti stabili e temporanei amano accapigliarsi su quali principi debbano presiedere all’uso dello spazio urbano, eppure l’idea che sia possibile governare tali conflitti stenta ad affermarsi. Cresce però la richiesta di pensare alle nostre strade anche come luoghi che devono avere una protezione, non solo sotto il profilo artistico e urbanistico, ma anche sotto quello della vivibilità, diurna e notturna, e della convivenza civile, un bene sempre più prezioso e da preservare. Soddisfare tale richiesta significa anche porre regole, magari perfino uguali per tutti, e farle poi rispettare, compito questo spesso assai più problematico del precedente.
Nello stesso tempo, tuttavia, una città come Bologna non può essere pensata come uno spazio intangibile e silenzioso. Bologna ha una natura dinamica che non solo ne delinea una delle principali attrattive, ma ne costituisce anche un pregio, non meno degno di cura e attenzione. Forse proprio per questa ragione merita di non perdere nemmeno un concerto.